Sanità: Santoro (Pd), a Cividale ripresa attività sospese è rimandata al futuro

Più di altri territori, sul fronte sanitario Cividale ha subito un depotenziamento che ha creato delle difficoltà soprattutto nella dura fase pandemica.

20.05.21 «La ripresa delle attività sospese nel presidio ospedaliero di Cividale è ancora lontana e i bisogni di cura dei cittadini del distretto sanitario sono per ora rimandati. Molte delle attività sospese causa covid non verranno riattivate nei tempi necessari, mentre i lavori programmati sulle strutture sono in gran parte declinati al futuro». Lo afferma la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro, a margine della risposta all'interrogazione presentata alla Giunta regionale per fare chiarezza sulla riapertura delle attività ora sospese al presidio ospedaliero di Cividale del Friuli.
«Più di altri territori, sul fronte sanitario Cividale ha subito un depotenziamento che ha creato delle difficoltà soprattutto nella dura fase pandemica. Qui più che altrove era necessario intervenire con maggiore celerità proprio per garantire la ripresa che tutti si aspettano. Invece, salvo la ripartenza della chirurgia ambulatoriale e dell'attività delle due sale endoscopiche, il resto è fermo» dichiara Santoro. «Sul fronte dei lavori, la risposta data da Riccardi all'interrogazione conferma che è pressoché tutto in fase di completamento, di programmazione, di prossima riapertura. Al momento non c'è sostanzialmente quasi nulla: sono da completare gli interventi nel centro trasfusionale, si parla di una generica riapertura degli ambulatori epatologico e geriatrico e lo stesso vale anche per l'abbattimento delle liste d'attesa per le visite oculistiche. Inoltre è ancora in fase di programmazione il piano di rientro del personale spostato a Palmanova per l'emergenza covid, per garantire le ferie degli operatori e per dare avvio alla struttura di cure intermedie Digi (Degenza intermedia geriatrica internistica). Insomma una situazione ancora in alto mare, che non appare certamente adeguata per l'allarmante blocco delle prestazioni e la conseguente abnorme crescita delle liste d'attesa».