Montagna: Marsilio, corsi d’acqua a rischio esondazione, intervenga Serracchiani

«L’attuale situazione di fiumi e torrenti nell’Alto Friuli rischia di diventare una bomba per il territorio e per cittadini, case e insediamenti produttivi»

TRIESTE (10.02.16). «L'attuale situazione di fiumi e torrenti nelle montagne dell'Alto Friuli rischia di diventare una bomba per il territorio e quindi per cittadini, case e insediamenti produttivi». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Enzo Marsilio che attraverso un'interrogazione chiede alla Giunta regionale di intervenire sulla manutenzione dei corsi d'acqua dove si riscontra «una manutenzione ordinaria pressoché assente e, a complicare ancor più le cose, un caos di competenze e procedure autorizzative che di fatto paralizza il sistema».
Un’ispezione degli argini e degli alvei, riferisce Marsilio, «mostra non solo intasamenti da alberi caduti, ramaglie incastrate e cespugli di vario tipo ma anche piante di oltre 10/15 metri, e più in generale di vegetazione così intensa da nascondere gran parte degli alvei e che impediscono il regolare deflusso delle acque. Questo porta alla deviazione dei corsi d'acqua, creando una cassa di risonanza in caso di esondazioni che potrebbero mettere in ginocchio aree industriali vicine ai corsi d'acqua ma anche i centri abitati e quindi la sicurezza delle persone stesse». Secondo Marsilio, l'attuale situazione è data da una «trascuratezza derivante anche da una farraginosa burocrazia». L'esponente Pd dell'Altro Friuli parla di competenze frammentate in capo più soggetti «che esercitano i relativi percorsi autorizzativi in maniera autonoma guardando esclusivamente alle proprie esigenze e il più delle volte in contrasto tra loro mentre la forestale ci mette del suo applicando negli alvei il principio della gestione sostenibile che non prevede il taglio raso ma il selettivo dimenticando che non si tratta di un bosco ma di un sito di tutt’altro genere».
Nodi, questi, che, riferisce Marsilio, nemmeno un recente incontro tra assessori e dirigenti hanno sciolto. Da qui l'appello alla presidente Serracchiani per «intervenire con una direttiva vincolante che preveda l’obbligo di pulizia totale degli alvei in area montana da realizzare con una cadenza quinquennale e di semplificare l’iter burocratico attuale».