Marsilio: Proprietà demaniali e gli scenari di riconversione

Dal loro riutilizzo possibili nuovi programmi di sviluppo.

Il  demanio militare occupa lo 0,261% del territorio nazionale, pari a 783 chilometri quadrati, su un totale di 300mila492.Sono la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia le regioni italiane a più alta concentrazione di installazioni militari, con il Friuli occupato per l'1,3% del suo territorio(circa 100km2) e una servitù che riguarda circa il 50% dell'intera superficie. 
Si stima siano circa 400 i beni – caserme, poligoni, magazzini, vasti piazzali, piccole postazioni di montagna, condomini – dislocati su 100 chilometri quadrati, inutilizzati da anni, che sono stati gradualmente abbandonati dall'Esercito italiano, facendo mancare di colpo il 'centro gravitazionale' a territori che vivevano, socialmente ed economicamente, grazie alla presenza militare e che attualmente sono lasciati in uno stato di degrado.
Il Consigliere Regionale Marsilio ha interrogato pertanto l’Assessore Regionale competente Francesco Peroni per sapere quale è lo stato attuale della situazione connessa al trasferimento delle proprietà demaniali militari alla Regione e ai Comuni e in particolare che cosa stIa facendo in proposito l'amministrazione regionale e quale l'attività svolta in merito dalla Commissione paritetica Stato ' Regione e se non si ritenga opportuno, al fine di accelerare e governare i processi di dismissione delle proprietà, costituire un tavolo tecnico-politico, sulla scorta di quanto è stato fatto da altre amministrazioni regionali. 
L’Assessore Peroni ha risposto che l’esperienza suggerisce di valutare adeguatamente le future iniziative di trasferimento immobiliare in modo da accompagnare le proposte con progetti di valorizzazione che risultino sostenibili alla luce dei noti, richiamati vincoli gravanti sulla spesa pubblica. 
Per Marsilio, quanto dichiarato dall’Assessore è condivisibile ma è altrettanto vero che l’'annosa questione del degrado dei siti e degli alloggi militari inutilizzati nel territorio dell’Alto Friuli, a Passo Monte Croce Carnico come a Tolmezzo, a Chiusaforte come  nel Gemonese, è un tema tanto di quel attuale in questo momento di crisi economica, da meritare tutt'altre attenzioni e soprattutto richiedere tempestivi interventi mirati se si pensa che, in quanto quale risorsa e opportunità, potrebbe rappresentare un serio volano di sviluppo per molti settori del sistema economico e avere inoltre riflessi virtuosi anche sui bilanci degli Enti Locali.
L'utilizzo del patrimonio immobiliare in questione se inserito nei progetti della nuova programmazione europea potrebbe restituire alla comunità regionali importanti spazi e sedimi per poter rimodulare processi di integrazione delle politiche territoriali connesse alle esigenze di tipo residenziale e/o commerciale, di servizi e di riqualificazione urbana e dell'ambiente, allo sviluppo turistico, all'approvvigionamento energetico.