Immigrazione: costruire via di convivenza e dialogo

Da www.sergiobolzonello.com

“Vedo che qui a Pordenone, nonostante il freddo, la temperatura è alta, ma io sono molto tranquilla perché sono sicura dei temi di cui mi faccio testimone. Sono arrivata tra le contestazioni, ma credo che dobbiamo cercare una convivenza civile per costruire un futuro senza paura”. Sono state queste le prime parole dell’intervento della ministra dell’Integrazione Cécile Kyenge nel municipio di Pordenone sabato scorso. Kyenge ha voluto dedicare il suo primo messaggio alla comunità ebraica, oggetto di atti vandalici – slogan e svastiche antisemite sulla mura del III municipio di Roma e una testa di maiale recapitata alla Sinagoga di Roma ieri – testimoniando la solidarietà del Governo. “A pochi giorni dalla Giornata della Memoria non possiamo tollerare tutto questo, dobbiamo rinfocolare la cultura della memoria per continuare a ricordare ciò che è successo perché niente si ripeta”, ha detto la ministra. Il suo discorso è stato lungamente applaudito. “Spero che Pordenone sia un esempio di integrazione”, ha concluso Kyenge dopo che il sindaco Pedrotti l’aveva invitata a considerare lo stemma della città di Pordenone – due porte aperte – come “logo della legge sullo ius soli”. Pordenone è, del resto, una delle prime città d’Italia per percentuale di cittadini immigrati (16,3%), una quota che si è alzata esponenzialmente in pochi anni, passando da 2300 cittadini nel 2001 agli 8500 del 2012. Sono ben 104 le etnie rappresentate nel territorio pordenonese, quella ghanese è la più numerosa. Da parte mia ho sottolineato che sono stato per dieci anni sindaco di questa città e ho vissuto l’incremento della presenza di immigrati, in questi anni il mondo è cambiato velocemente e abbiamo forse perso la voglia di parlarci e confrontarci sui temi della crisi e dell’immigrazione: la contrapposizione è spesso l’unico modo per parlare, si cerca lo scontro e non la strada comune. Ebbene non possiamo pensare di avere destini separati in una comunità, ma dobbiamo costruire una via di convivenza concreta. Questa regione, che nei decenni passati ha vissuto una forte immigrazione, deve ricordare come ha costruito il suo benessere. nel mio intervento ho anche citato un messaggio di pace e speranza di Nelson Mandela, cittadino onorario di Pordenone. Nel corso dell’incontro, alla quale era presente anche l’assessore regionale alle Autonomie, Paolo Panontin, sono intervenuti i rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi, uno dei quali è stato  invitato dal ministro presso il Ministero per fargli toccare con mano le tematiche su cui è al lavoro, e la portavoce degli immigrati, Sarr Ndella, che ha dato lettura del documento unitario delle associazioni.