Sanità: Bolzonello (Pd), pordenonese a rischio, sia escluso dai tagli

«Pordenone non può e non deve pagare, la Giunta preservi i livelli di servizi per la salute di tutti i cittadini»

PORDENONE 09.02.19. «La qualità del lavoro degli operatori, affiancata da anni di attenzioni verso il territorio, ha reso la sanità pordenonese un modello virtuoso. Tra gli obblighi di riduzione del personale imposti dallo Stato e il taglio netto di 9 milioni alla spesa sanitaria regionale ora questo sistema potrebbe essere a rischio. Pordenone non può e non deve pagare, la Giunta preservi i livelli di servizi per la salute di tutti i cittadini». A dirlo è il capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello esprimendo preoccupazione per la sanità territoriale del Friuli occidentale a seguito delle previsioni del governo nazionale e di riflesso, di quello regionale. Per fare chiarezza su quale destino attende la sanità territoriale, il capogruppo dem ha presentato un'interrogazione al presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga e all'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, per sapere se i tagli riguarderanno anche l'Aas 5, Friuli Occidentale.
«I rischi sono concreti: lo Stato prevede infatti l’obbligo di riduzione del costo del personale per le aziende sanitarie che hanno chiuso il bilancio in perdita e questo determina, per la nostra Regione, un taglio pari all’1 per cento» dice preoccupato Bolzonello che evidenzia come l'Aas 5 «ha chiuso l’esercizio di bilancio 2017 con un avanzo pari a 3 milioni 400 mila euro, ma i tagli al personale potrebbero, non solo vanificare questo positivo risultato, ma mettere in estrema difficoltà il lavoro degli operatori. Il taglio alla spesa per il personale determinerà il blocco di nuove assunzioni con un conseguente aumento della mole di lavoro per gli operatori in servizio». L'intervento, continua il capogruppo dem, «interesserà, da quanto appreso da numerose segnalazioni, anche le cosiddette risorse aggiuntive, ovvero il soldi che la Regione stanzia alle aziende ospedaliere per pagare le indennità di disagio degli operatori che svolgono turni notturni e festivi. Serve dunque un segnale forte e attenzione dal Governo regionale, il pordenonese non sia messo all'angolo».