La tecnologia a protoni, destinata al Cro di Aviano, è una risposta rispetto al futuro della medicina e della ricerca della nostra regione.
«La strumentazione è destinata al Cro proprio in virtù del ruolo che esso ricopre per l’intero Fvg come centro regionale oncologico. Un ruolo che è testimoniato anche dai numeri visto che ogni anno l’istituto cura circa 2.200 pazienti, un numero che è la somma dei pazienti curati, per cure oncologiche, negli ospedali di Udine e Trieste. La tecnologia a protoni è sicuramente un modo per pensare in grande la nostra sanità rapportandola al tema della ricerca. Si tratterebbe, per come è pensata, di una strumentazione unica in Italia che proietterebbe l’intero sistema della ricerca ospedaliera in ambito internazionale, inserendosi nel futuro della terapia oncologica».
Secondo Bolzonello si tratta di «uno strumento che diventerebbe volano non solo per il Cro ma per tutto il sistema regionale dedicato alle cure oncologiche, proprio perché lo strumento a protoni s’inserirebbe in un ragionamento complessivo sull’intero territorio regionale».