Enti locali: Moretti (Pd), nessun atteggiamento snob; quella dei sindaci anti-Unioni in Consiglio è stata una sceneggiata studiata ad arte

La versione che racconta il sindaco di Dolegna non solo è parziale, ma capovolge la realtà di quello che è successo

TRIESTE (24.11.17). «La versione che racconta il sindaco di Dolegna non solo è parziale, ma capovolge la realtà di quello che è successo e nasconde il vero fine, che non riguarda affatto quello di tutela di una comunità, ma un'operazione ideologica e di parte fatta in maniera meramente strumentale». A dirlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti commentando le dichiarazioni del sindaco di Dolegna, Diego Bernardis, sui fatti accaduti in Consiglio regionale lo scorso mercoledì, quando un gruppo di sindaci contrari alle Unioni intercomunali si sono presentati in Aula.
«Va fatta chiarezza. Bernardis racconta che i sindaci hanno chiesto un incontro: la realtà è che si sono presentati senza aver chiesto prima nulla a nessuno – come di solito si fa se non per esigenze particolari – se non aver “stranamente” informato il giorno prima alcuni (non tutti) organi di stampa. Sono piombati in Aula e hanno preteso che interrompessimo la seduta, peraltro programmata fino alle 15, per essere ascoltati dai capigruppo e dal vicepresidente Bolzonello». Quella di mercoledì, continua Moretti, «è stata una sceneggiata programmata da tempo e studiata ad arte dai sindaci nei confronti di tutto il Consiglio regionale e della maggioranza di centrosinistra. Quello che non è accettabile, è che questi signori si sono presentati in Aula con la fascia tricolore utilizzando come scudo le loro comunità, mentre in realtà stanno portando avanti una battaglia ideologica partitica ed in qualche caso da una futura campagna elettorale che alcuni singoli sindaci stanno perseguendo per fini meramente personali. Bernardis chiede rispetto, ma sono proprio loro i primi a fare l'esatto opposto: hanno preteso che si interrompessero i lavori per permettere l'ennesima sfilata mediatica. Nonostante la nostra disponibilità a incontrarli al termine dei lavori (anche con l'assessore Panontin), alle 15, loro se ne sono andati via inveendo contro di noi, perché il loro scopo era ormai raggiunto: guadagnarsi lo spazio mediatico a forza di urla».