Doppia preferenza: Russo (Pd), cdx fermo a retorica, contro aumento donne in politica

Per l’ennesima volta il centrodestra ha dato prova di essere ben lontano dall’aver metabolizzato il principio delle pari opportunità e oggi lo ha chiaramente dimostrato

24.03.21 «Per l'ennesima volta il centrodestra ha dato prova di essere ben lontano dall’aver metabolizzato il principio delle pari opportunità e oggi lo ha chiaramente dimostrato negando la doppia preferenza di genere per avere più donne in politica». Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo (Pd) primo firmatario del disegno di legge che mirava a introdurre la doppia preferenza nel sistema elettorale regionale, discusso oggi in Aula.
«A un anno e mezzo dalla prima discussione su questo pdl, il cui esito fu negativo, speravamo di essere arrivati a un momento in cui le condizioni avrebbero portato a una conclusione positiva e condivisa su un necessario intervento sul palese ed evidente divario di genere. Purtroppo, nel centrodestra resta solo la retorica dell'otto marzo, quando il sostegno alle donne si spreca in fiumi di parole». Il Fvg, ricorda Russo, «è tra le peggiori regioni italiane in tema di presenza femminile nelle assemblee e ha il triste primato del 14,2 per cento di presenza femminile all'interno della massima assemblea regionale, il Consiglio, che conta solo 7 donne su 49, contro il comunque misero 17,7 per cento di presenza media su scala nazionale, comunque ben lontano dalla media registrata a livello Ue, pari al 33 per cento (dati 2016)». Secondo Russo, «è del tutto evidente la necessità di un intervento e quello che proponevamo insieme a tutta l'opposizione, era un semplice meccanismo lineare, efficace, non coercitivo da introdurre nel nostro sistema elettorale: ciascun elettore “può” esprimere uno o due voti di preferenza; se ne esprime due, essi dovranno riguardare candidati di genere diverso (maschio-femmina o femmina-maschio), pena l’annullamento della seconda preferenza espressa. Non siamo dunque difronte a una questione ideologica, ma a quello che crediamo debba essere un dovere, ossia legiferare per rafforzare il ruolo delle donne nelle istituzioni. L'ennesimo no di oggi fa pensare soltanto a una pregiudiziale politica su chi ha presentato la legge, più forte, per il centrodestra, di qualsiasi buon principio».