Insiel: Russo (Pd), è una ricchezza del Fvg, cdx non la utilizzi per scontro politico

Il rischio è regalare ai privati il patrimonio pubblico della gestione dei dati della sanità

25.10.18. «È un vecchio copione che si ripete a ogni inizio di legislatura, ma davvero non si capisce il senso dell’attacco che è venuto in questi giorni dalla Giunta regionale a Insiel e i suoi dipendenti». Interviene così Francesco Russo (Pd), vicepresidente del Consiglio regionale, in merito alle dichiarazioni dell’assessore Callari e delle reazioni dei lavoratori di Insiel riportate anche dagli organi di stampa.
«Non si capisce il senso dell'attacco – prosegue Russo – in primo luogo perché non sfugge a nessuno che se c’è una responsabilità questa è proprio delle ondivaghe indicazioni che sono venute negli anni da parte dei diversi governi regionali che hanno spesso costretto l’azienda a ripartire da zero senza la continuità che dovrebbe esserci in una visione strategica bipartisan e di lungo periodo. E in secondo luogo perché Insiel e le centinaia di persone che vi lavorano sono un patrimonio che altre regioni più grandi della nostra ci invidiano per la capacita di generare servizi innovativi in un settore strategico come l’Ict».
Inoltre aggiunte l'esponente dem, «ho sempre pensato che Insiel rappresenti un patrimonio sottoutilizzato, da valorizzare, ad esempio, mettendolo in un circuito virtuoso con le università e i centri di ricerca e innovazione presenti sul nostro territorio. Per questo invito tutti a non fare della società l’ennesimo terreno di scontro politico, magari interno alla maggioranza di centrodestra. Sarebbe uno spreco inaccettabile rispetto alle competenze e alle eccellenze generate in questi anni da Insiel».
Secondo Russo, «sarebbe un errore ancora più inaccettabile se nascondesse poi la volontà di regalare ai privati un settore strategico come quello della gestione dei dati della sanità pubblica, una svendita del patrimonio regionale che – conclude – i cittadini del Friuli Venezia Giulia non perdonerebbero a prescindere dall’appartenenza politica».