Salute: Gruppo Pd, più attenzione alla non autosufficienza

Pubblicato il mercoledì 24 Set 2025

 

Trieste, 24.09.25 – La revisione del sistema di finanziamento delle case di riposo, dei partenariati pubblico-privati, delle rette, e delle liste di attesa sono alcuni degli argomenti sollevati oggi dai consiglieri regionali Manuela Celotti, Francesco Martines, Massimiliano Pozzo, Laura Fasiolo e Nicola Conficoni (Pd), nel corso della seduta della 3ª commissione, riunita per l’audizione dell’assessore alla Salute, in merito alle politiche regionali a favore delle persone anziane fragili e non autosufficienti.

Nell’esprimere un primo giudizio la consigliera Celotti ha affermato che «il tema della non autosufficienza è una delle sfide dei prossimi decenni, ma le tante informazioni che oggi hanno descritto il quadro dei bisogni e il sistema della non autosufficienza in regione, non hanno consentito di sviluppare il confronto su due temi fondamentali, sui quali per l’ennesima volta abbiamo ascoltato in coda all’audizione i ragionamenti dell’assessore senza poter porre specifiche domande: i partenariati pubblico privato e la revisione del sistema di finanziamento dei servizi residenziali per non autosufficienti, cioè le case di riposo». Due questioni, ha rincarato la consigliera dem, «sulle quali è invece doveroso avviare un confronto esplicito in consiglio regionale e in commissione, e che non può essere portato avanti solo dai tecnici».

Da quello che si può al momento capire, ha detto ancora Celotti, «la garanzia dell’abbattimento rette per i posti convenzionati, che garantisce la rete delle strutture (per la maggior parte a gestione pubblica), potrebbe venire sostituita da una sorta di budget di salute dato ai cittadini. Modello veneto, dove la quasi totalità delle strutture è però a gestione privata. Nessun confronto nemmeno rispetto ai partenariati pubblico-privati, nonostante l’interlocuzione con i Comuni e le Asp risulti avviata, con particolare riferimento ad alcuni territori». Conclude Celotti: «Non ci sono posizioni preconcette, ma alcune serie preoccupazioni si, con particolare riferimento a una domanda di fondo, che riguarda quali garanzie si pensa di mettere in campo per evitare che il peso di questa profonda revisione debba alla fine essere sostenuto dai cittadini o dai comuni che pagano le rette».

Il consigliere Martines ha sottolineato che «abbiamo dinanzi a noi un tema centrale per il futuro, considerati gli andamenti demografici. La questione dunque va affrontata e analizzata con una prospettiva lunga anche dal punto di vista economico: oggi abbiamo abbondanza di risorse ma non sappiamo per quanto tempo questa situazione si protrarrà. Dunque dobbiamo capire quanto il modello presentato sia sostenibile economicamente, pensando ora a stanziare più risorse che possono derivare da una necessaria riorganizzazione della rete ospedaliera». E ancora, Martines ha sottolineato che «attualmente il sistema è retto dalle cooperative. Il 90 per cento del servizio è affidato all’esterno e allora è necessario pensare a modelli che diano più stabilità». L’esempio citato da Martines è quello di Palmanova e San Giorgio di Nogaro dove, ha spiegato, «è stata creata una società in house per gestire il personale garantendo così una continuità del servizio».

Secondo il consigliere Pozzo «quello che abbiamo davanti, ossia la crescita della solitudine degli anziani, è un tema sfidante e con elementi di preoccupazione. La spinta sulla domiciliarità è positiva, così come le previsioni per i caregiver e quelle sull’abitare possibile, modello positivo ma sul quale dobbiamo porgerci i dovuti interrogativi sulla sostenibilità economica». E ancora, ha sottolineato la «necessità di spingere sulla qualità delle strutture, con uno sguardo attento alle rette».

La consigliera Fasiolo ha sottolineato che «diverse nostre proposte sono state recepite e inglobate. Un tema che però andrebbe approfondito maggiormente è quello della solitudine e quindi dell’esclusione sociale degli anziani, un dramma per le singole persone e un problema per la salute pubblica. A questo si potrebbe porre un rimedio attraverso una serie di iniziative come il rilancio del modello delle micro aree, un progetto di salute pubblica partecipato e condiviso, ma anche un modello di socialità». E ancora, ha continuato Fasiolo, «altro elemento importante è l’infermiere di comunità, ma anche l’utilizzo delle tecnologie possibili come la telemedicina, il telesoccorso, il telemonitoraggio, tutti sistemi per fare prevenzione e fare soccorso. E infine il trasporto facile, elemento importante per evitare la solitudine, facilitando gli spostamenti delle persone non autosufficienti».

Il consigliere Conficoni ha evidenziato che «le liste di attesa per le case di riposo, dopo il Covid, sono tornate ad aumentare e il problema va affrontato dando priorità a soluzioni che rallentino il più possibile l’accesso dei nostri anziani nelle strutture, anche per migliorare la qualità della vita. Pensiamo all’invecchiamento attivo, all’assistenza domiciliare, al co-hausing, a soluzioni innovative tutte da promuovere in modo sinergico assieme alla riqualificazione dell’offerta nelle case di riposo». E ancora ha espresso preoccupazione per la modifica del sistema di convenzionamento, «cosa che sicuramente determinerebbe una maggiore concorrenza tra le strutture, con dei vantaggi, ma che avrebbe dei contraccolpi negativi sul sistema pubblico che finora ha garantito un livello di servizio adeguato da un punto di vista qualitativo su cui bisogna mantenere alta l’attenzione come dimostra quanto sta avvenendo a Cordenons».

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