Salute: Gruppo Pd, Casa donna e infanzia continuazione di quanto avviato dal csx nel 2014

Pubblicato il giovedì 30 Mag 2024

 

GORIZIA 30.05.24 «La casa della salute della donna e dell’infanzia di Gorizia è il naturale risultato di un’esperienza positiva avviata nel 2014 dall’allora amministrazione regionale di centrosinistra, affinatasi nel corso degli anni, che garantisce servizi alle persone e alle famiglie che affrontano un percorso nascita completo. Il tutto fa giustizia delle menzogne dette dal centrodestra isontino e regionale». Lo affermano il capogruppo del Pd, Diego Moretti e le consigliere regionali Manuela Celotti e Laura Fasiolo a margine della visita della terza commissione Salute alla Casa della salute della donna, dell’infanzia e dell’adolescenza, nel Parco Basaglia a Gorizia.

«Quello che si sta facendo oggi a Gorizia – sottolinea Moretti – non è altro che la continuazione di quanto fu avviato nel 2014 a seguito della chiusura del punto nascita di Gorizia che, allora, registrava 250 parti all’anno, la metà del tetto minimo richiesto dai parametri di sicurezza. Doveroso ricordarlo nel momento in cui si loda una nuova organizzazione socio-sanitaria che può essere riferimento per tutta la regione e doveroso farlo rispetto a quanti, su tutti l’allora consigliere di FI e oggi sindaco di Gorizia, Ziberna, manifestavano strumentalmente contro la chiusura del punto nascita. I complimenti per i servizi svolti vanno sicuramente ai professionisti, medici, ostetriche, infermieri, che sul territorio seguono quotidianamente le persone che iniziano il percorso nascita sul territorio e poi partoriscono in ospedale a Monfalcone. La visita odierna conferma l’assurdità di quanto contenuto nella legge regionale del 2019, che subordina funzionalmente il materno infantile di Monfalcone e Gorizia al Burlo Garofolo di Trieste, tema del quale continueremo a chiedere l’abrogazione».

Secondo Celotti, «di particolare rilevanza, e da esportare come modello, è sicuramente l’implementazione delle visite domiciliari garantite dalle ostetriche. Un supporto alla madre e alla famiglia, garantito per tutti ma che diventa particolarmente importante per quelle coppie e quelle madri che non possono contare sulla famiglia di origine a supporto, situazione che caratterizza ad esempio la gran parte dei nuclei stranieri. Un servizio che tra l’altro consente anche di far emergere le eventuali situazioni di difficoltà sociale, per attivare per tempo quella rete di supporto che è fondamentale per garantire la qualità della vita e un aiuto in caso di bisogno. Un modello quindi da implementare anche negli altri territori, alcuni dei quali, e penso ad esempio al sandanielese, hanno già lavorato molto negli anni su questi aspetti. Un patrimonio, in termini di qualità dell’accompagnamento della madre e del bambino, che parte dal supporto durante la gravidanza e continua anche dopo il parto. Sono servizi questi, che vanno collegati ai punti nascita e alle funzioni del Distretto, compresi i consultori, e rispetto ai quali gli ospedali di base, con il loro radicamento sul territorio, possono e devono svolgere una funzione fondamentale. La sanità territoriale deve poter poggiare sugli ospedali di base».

Infine, Fasiolo evidenzia come sia «importante la presa in carico delle famiglie con vulnerabilità complesse, il potenziamento dell’attenzione al pre e post partum, i mille giorni davvero importanti dopo la nascita, l’attenzione alle fasi critiche della fase adolescenziale e alle criticità delle fasce d’età della donna. Parallelamente va sottolineata la genericità delle proposte e alcune criticità, in primis la carenza del personale e il depotenziamento di alcune importanti funzioni del consultorio».

 

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