Poste: Moretti (Pd)-Moretuzzo (Patto/Civ Fvg), si fermi privatizzazione che penalizza territori

Pubblicato il lunedì 18 Mar 2024

18.03.24 «L’ulteriore privatizzazione di Poste Italiane rischia di aggravare una situazione già difficile che sta facendo mancare uffici postali in aree periferiche della nostra regione, che spesso rappresentano l’unico presidio per assicurare servizi di pubblica utilità ai cittadini e alle fasce più deboli della popolazione». Lo affermano i capigruppo del Pd, Diego Moretti e del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo primi firmatari di una mozione, sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione, attraverso la quale si chiede alla Giunta regionale di attivarsi nei confronti del Governo affinché venga sospesa la procedura di ulteriore privatizzazione di Poste Italiane spa.

«La condizione in Fvg – ricordano Moretti e Moretuzzo – vede un calo occupazionale, dal 2010 al 2021, di 1.025 unità, che ha fatto passare il numero di dipendenti da 3.155 a 2.130, mentre le ore di lavoro straordinario complessive, dal 2020 al 2022, sono aumentate in maniera considerevole, passando da poco più di 48mila (2020) a più di 64mila (2022). A fronte di questa situazione, che porta a un calo sensibile del servizio nei piccoli Comuni, le organizzazione sindacali (Slp-Cisl, Slc-Cgil, Uil poste e Failp-Cisal), hanno svolto un incontro con il presidente regionale dell’Anci, nel quale si è discusso proprio delle possibili ricadute in termini di presidio del territorio e di servizi che l’ipotesi di privatizzazione di Poste Italiane potrebbe generare in un territorio come il Fvg, caratterizzato da aree rurali e piccoli Comuni dove la presenza di Poste Italiane risulta essenziale per la vita delle comunità locali». Su questa situazione, concludono, «è necessaria l’azione della Giunta regionale alla quale, attraverso la mozione, chiediamo di rivolgere al Governo, nell’ambito della Conferenza unificata Stato – Regioni (tenuto conto anche del ruolo del presidente Fedriga), una richiesta di immediata sospensione dell’iter per la cessione delle quote di Poste Italiane detenute dal Mef, per valutare meglio la situazione che comprometterebbe i servizi minimi forniti dagli uffici postali anche nelle aree marginali del Paese».

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