MORETTI: Modifica legge cittadinanza e Ius Scholae

MOZIONE

Oggetto: Modifica legge cittadinanza e Ius Scholae

Proponenti: Moretti, Moretuzzo, Bullian, Capozzi, Carli, Celotti, Conficoni, Cosolini, Fasiolo, Honsell, Liguori, Martines, Massolino, Mentil, Pellegrino, Pisani, Pozzo, Putto, Russo

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
Premesso che secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, nel 2024 gli alunni stranieri nella scuola primaria statale sono pari a 315 mila, pari al 14% degli iscritti, e di questi l’80% provengono da Paesi extracomunitari e circa il 70% è nato in Italia;
Rilevato che le regioni del Nord Italia registrano la maggiore concentrazione di alunni stranieri, e, in particolare, i dati riferiti all’anno scolastico 2022-23 evidenziano che in Friuli Venezia Giulia gli alunni stranieri frequentanti le scuole dell’obbligo erano quasi 22 mila su 150 mila totali pari al 14%;
Considerato che la maggior parte degli studenti sprovvisti della cittadinanza italiana sono stranieri di seconda generazione, cioè figli di immigrati da molto tempo residenti nel nostro Paese e in Friuli Venezia Giulia, e che nel 2022-23 erano 14 mila sui 22 mila sopra ricordati, rappresentando il 65 per cento del totale degli stranieri iscritti;
Constatato che questi bambini e ragazzi – figli di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, che lavorano regolarmente e pagano le tasse nel nostro Paese – vivono nello stesso contesto scolastico dei loro coetanei italiani, parlano regolarmente e correttamente la nostra lingua, studiano le medesime materie, frequentano la scuola che risulta essere in assoluto il miglior veicolo di integrazione;
Tenuto conto che la mancanza della cittadinanza, oltre ad imporre a questi giovani «italiani di fatto», l’obbligo di rinnovare ciclicamente il permesso di soggiorno, pone loro diverse difficoltà in merito ad alcuni diritti fondamentali per il loro futuro umano e professionale;
Considerato che il tema dell’integrazione dei cittadini è una delle sfide più impegnative da affrontare per gli Stati Europei a fronte di un flusso migratorio e lavorativo in crescente aumento, ed è un impegno sul quale si gioca il futuro stesso del nostro Paese;
Ricordato che in data 9 marzo 2022 la Commissione Affari Costituzionale della Camera dei Deputati ha dato parere positivo alla riforma del riconoscimento della cittadinanza italiana, introducendo il principio del cosiddetto Ius Scholae come strumento per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte di minori figli di genitori stranieri;
Ritenuto che il riconoscimento ai giovani di origine straniera della cittadinanza può agevolare un percorso di integrazione reale nella comunità in cui vivono;
Visto l’ampio dibattito politico e culturale che si è sviluppato da tempo nel nostro Paese, a dimostrazione di come sia ormai più che opportuno addivenire ad una riforma della legge n. 91 del 1992, anche alla luce dei profondi mutamenti che stanno interessando la struttura demografica, sociale e culturale del nostro Paese e di conseguenza della nostra regione;
Considerato che sul tema è stato proprio il vice presidente del Consiglio e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, che nei giorni scorsi ha dichiarato in due interviste “Guai se abbiamo paura di concedere diritti meritati: saremmo un centrodestra oscurantista che non si rende conto dei cambiamenti della società”, “Il diritto a diventare cittadino italiano grazie alla formazione e allo studio è sacrosanto. Chi si è conquistato il diritto di essere italiano meriti di esserlo, non conta il colore della pelle”, annunciando sul tema una proposta dei gruppi parlamentari di Forza Italia sullo Ius Scholae per fine settembre;
Evidenziato che attualmente chi nasce in Italia, anche se cittadino straniero, pur conoscendo perfettamente la lingua italiana, frequentando il ciclo della scuola dell’obbligo, terminando il percorso delle secondarie di secondo grado, partecipando alla vita di associazioni, parrocchie, oratori, società sportive, per ottenere la cittadinanza italiana deve attendere il compimento del diciottesimo anno di età per poter presentare domanda di cittadinanza.
Tutto ciò premesso,
impegna
il Presidente della Regione, anche in qualità di presidente della Conferenza delle regioni italiane, ad attivarsi al fine di sollecitare il Parlamento ad approvare quanto prima una nuova legge sulla cittadinanza italiana che riconosca pieni diritti ai figli dei migranti nati o cresciuti in Italia, che vivono stabilmente in Italia e che abbiano terminato con profitto almeno un ciclo di studi.

Diego Moretti

Trieste, 13 settembre 2024

1660 - MOR Mozione IUS SCHOLAE