Autostrada: Santoro-Moretti, strada verso Newco offuscata, serve una forte volontà regionale

Se la Giunta conferma l’intenzione di arrivare a società completamente pubblica, perchè ci si ostina per le nuove opere da realizzare per il completamento della terza corsia dell’A4 a indicare Autovie Venete la cui concessione è scaduta dal 2017?

03.06.21 «La strada che deve portare alla Newco, per la gestione della concessione autostradale, è avvolta dalla nebbia. Se da una parte la Giunta conferma l'intenzione di arrivare alla società completamente pubblica, dall'altra ci si ostina ad affermare che le nuove opere da realizzare per il completamento della terza corsia dell'A4 sono ad appannaggio di Autovie Venete la cui concessione è scaduta ormai dal 2017». Lo affermano il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti e la consigliera Mariagrazia Santoro (vicepresidente della IV Commissione e già assessore alle Infrastrutture) a margine delle audizioni odierne dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti e del presidente e del direttore generale di Autovie Venete in merito alla situazione relativa allo stato dei finanziamenti e dell’avanzamento dei lavori per la terza corsia dell’autostrada A4.
«Nel 2017 le Regioni Fvg e Veneto, insieme al ministero, scelsero e definirono un percorso che portasse alla Newco, la società completamente pubblica alla quale affidare la concessione autostradale e che ha assunto tutte le titolarità per proseguire le opere necessarie al completamento della terza corsia sulla A4. Oggi, a fronte di evidenti situazioni di criticità del cantiere della terza corsia, ci troviamo davanti a una sfasatura tra quanto dichiarato dalla parte politica, ossia di proseguire verso la Newco, e le intenzioni riguardo alla realizzazione dei nuovi lavori per i quali Autovie non è ovviamente bancabile, ma sulla quale pare ancora ci si ostini. Da parte di tutti i soggetti coinvolti è necessaria ora una convinta azione politica, non passerelle sporadiche a esclusiva uso di media e social. Il tema non è ulteriormente rinviabile ed è anzi sempre più imprescindibile»