DA GIAU: relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 148

Pubblicato il lunedì 22 Nov 2021

Relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 148 Disposizioni in materia di politiche della famiglia, di promozione dell’autonomia dei giovani e delle pari opportunità

Signor Presidente, egregie colleghe e colleghi Consiglieri,
il disegno di legge 148 che ci apprestiamo a discutere in aula è il precipitato di un grande e sicuramente meritevole lavoro di riordino di tutta la normativa con ricadute sulle famiglie prodotta dalla Regione nel corso degli anni, portato a temine dagli uffici, con competenza e passione che non si faticano a intraleggere e di cui siamo grati fin dalle premesse.
È, d’altro canto, anche il precipitato di un profluvio di annunci e comunicati con cui l’assessora Rosolen ci ha intrattenuto a distanza in questi 3 anni e mezzo, con maggior dedizione di quella che ci ha riservato di persona, durante la commissione. All’infecondità del lavoro in commissione e in aula, non certamente imputabile alla sola giunta, siamo, nostro malgrado, abituati, ma non rassegnati. Motivo questo per cui continuiamo a richiamare l’attenzione sull’argomento, per poi entrare nel merito del provvedimento, coerentemente con il modo di interpretare il nostro ruolo in modo costruttivo e non pregiudiziale.
Questo disegno di legge, del resto, ci appartiene in più di un aspetto. Vi sono approdati infatti provvedimenti di precedenti amministrazioni di nostra iniziativa (le leggi regionale n. 11 e 28 del 2006, le n. 7 e 8 del 2017, ma anche la 18 del 2005 che esplicitamente complementa questo DDL) o di iniziativa di altre maggioranze che comunque abbiamo condiviso e cui abbiamo contribuito. Ci appartiene anche per quanto riguarda una delle poche novità contenute, rappresentata dalla introduzione della cosiddetta dote famiglia. La proposta di dare un concreto segnale di attenzione e sostegno alle persone che vogliono investire il proprio progetto vita sul futuro della nostra Regione, era uno dei punti cardine del programma elettorale del collega Bolzonello e della nostra coalizione. Non più tardi dell’ultimo assestamento abbiamo presentato emendamento a richiamare questa necessità. Certo la nostra idea era quella di intervento ben più consistente di quello che viene prospettato ora che ci pare invece un ulteriore rivolo dentro una molteplicità di iniziative di cui i nuclei famigliari devono tenere conto per costituire il proprio “paniere” di sostegni. Non siamo certi che questa moltiplicazione sia efficace nel cogliere sartorialmente le esigenze specifiche delle diverse situazioni, garantendo davvero eque opportunità. Siamo invece sufficientemente sicuri che gli interventi proposti non restituiscono un impatto in termini di attrattività sostanziale del territorio. Ci chiediamo se l’istituzione dell’assegno unico (che fatalmente viene dal punto di vista a sovrapporsi all’approvazione della misura regionale) può aver limitato oppure semplicemente offerto pretesto ad un investimento di poca portata dell’iniziativa regionale per quel che basta a dire che ci si è pensato o ad affermare il “meglio che nulla”. La descrizione teorica della misura, calata nei numeri si traduce infatti in un contributo annuo a nucleo famigliare inferiore ai 250 euro per figlio. Cento sono invece gli euro annui di contributo ipotizzati per la incentivare la previdenza complementare precoce per i figli.
Misura che apprezziamo perché pone l’attenzione su un tema che sicuramente a che fare con il futuro delle giovani generazioni e che va affrontato.
Di fronte a tali importi e alla moltiplicazione degli interventi, non possiamo non sollevare dubbi sul fatto che la composizione di questa legge quadro rappresenti più una semplificazione per il legislatore e l’attuatore che non per i beneficiari. Certamente, la presentazione di un provvedimento così corposo e ricco di interventi, è efficace dal punto di vista comunicativo, ma la sostanza innovativa non ha altrettanto peso e resta nei canoni usuali. Escluse le misure citate, il resto è poco altro. Si rispolvera il contrassegno che dovrebbe identificare i soggetti impegnati a favore delle famiglie. Giace inutilizzato da anni nella legge 5. Ora ci si augura che il mutuare l’esperienza del Trentino possa riempire di significato questa iniziativa, ma forse era comunque meglio concentrarsi fin da ora, e il tempo c’è stato, per capire come, oltre a dare risorse economiche alle famiglie, si poteva operare tempestivamente e significativamente aumentando e migliorando i servizi. Tutti gli aiuti che dispensiamo per i servizi della prima infanzia, fondamentali per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, dobbiamo ricordare che sono accessibili solo ad una parte dei nuclei famigliari per carenza di offerta, che anche facendo i servizi integrativi non riescono a colmare.
Registriamo che l’esplicita indicazione delle linee programmatiche del presidente Fedriga che riferiva l’impegno per la promozione delle famiglie alle sole concepite, cioè quelle naturali, qui non esiste. Ovviamente sono l’ordinamento giuridico e la realtà che lo impediscono. Spiace che si faccia con una rinuncia alla definizione di famiglia, e quindi con una omissione, rispetto ad una doverosa affermazione di accoglienza. Dentro una legge devono giustamente aver spazio dettami asciutti e rigorosi, ma ogni legge deve essere informata di principi se vuole costruire comunità oltre che amministrarne aspetti della vita.
Per lo stesso motivo in commissione abbiamo posto in modo deciso il tema del requisito di residenza per l’accesso alla carta famiglia. Lo faremo anche in aula, convinti che sia elemento importante per determinare l’attrattività della Regione, mentre invece non si possa sentire che l’accompagnamento alle famiglie si debba fare solo quando queste contribuiscano allo sviluppo economico del sistema regione, quantificando in ventiquattro mesi, il tempo minimo perché questo contributo sia apprezzabile e sufficiente.
In aula ci faremo carico di alcune istanze di coloro che sono stati sentiti in audizione e che non hanno riscontro nel dibattito in commissione, ma che ci sembrano utili per migliora proprio l’aderenza dei contenuti della legge alle esigenze di tutti. Chiederemo lo stralcio dell’articolo 34 relativo ai caregiver famigliari per rispetto dell’aula e degli impegni assunti per arrivare ad un provvedimento organico complessivo, così come chiederemo il ripristino di alcune disposizioni abrogate e che invece riteniamo debbano restare a beneficio della comunità regionale. Ci auguriamo che il dibattito possa essere proficuo.

DA GIAU

DAG relazione minoranza DDL 148

Ne parlano

Chiara Da Giau

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