INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Oggetto: Tutela della sicurezza dei professionisti della sanità di fronte al crescente numero di aggressioni registrate nei loro confronti
PREMESSO che:
• l fenomeno della violenza nei confronti di medici e operatori sanitari sta assumendo proporzioni allarmanti a livello nazionale. Gli episodi di aggressione, sia verbale che fisica, si verificano con crescente frequenza in ospedali, Pronto Soccorso, ambulatori e strutture sanitarie del territorio. Questo clima di tensione mina la serenità e la sicurezza degli operatori, compromettendo la qualità del servizio offerto ai pazienti.
• Le cause di questa tendenza preoccupante sono molteplici e includono la crescente insoddisfazione dei cittadini nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), il sovraccarico di lavoro degli operatori sanitari e la carenza strutturale di personale.
RILEVATO che:
• secondo un’indagine Fnomceo-Censis, il 72,3% dei cittadini ritiene che il SSN sia peggiorato nel tempo, con particolare riferimento alla riduzione del numero di medici e infermieri e al deterioramento del rapporto medico-paziente.
• Il 52,2% dei cittadini ha avuto esperienze negative nei Pronto Soccorso, spesso a causa di lunghi tempi di attesa e della mancanza di comunicazione adeguata da parte delle strutture. Inoltre, il 66,4% ha percepito una grave carenza di personale sanitario, percentuale che supera il 70% nelle regioni meridionali, ma che incide anche nelle aree settentrionali e centrali.
• Negli ultimi vent’anni, il numero di Pronto Soccorso in Italia è sceso da 659 nel 2003 a 433 nel 2023, con un conseguente aumento del carico di lavoro per gli operatori sanitari pari al 23%. La riduzione delle strutture di emergenza ha determinato una maggiore pressione su quelle rimaste attive, aumentando il rischio di episodi di tensione e conflitto tra pazienti e personale.
• Anche l’assistenza territoriale ha subito un grave deterioramento: in dieci anni si sono persi oltre 7.000 medici di base, con una riduzione significativa della capillarità del servizio e un aumento del carico di lavoro per i medici rimasti. Questo fenomeno ha reso più difficile l’accesso alle cure primarie, contribuendo a un maggiore afflusso verso le strutture ospedaliere e, di conseguenza, a un aggravamento della pressione sui servizi sanitari.
SOTTOLINEATO quindi che:
• la crescente tensione tra pazienti e operatori sanitari ha portato a un aumento delle aggressioni nei confronti del personale medico e infermieristico, generando un clima di insicurezza che rischia di disincentivare l’accesso a questa professione e di compromettere ulteriormente la qualità dell’assistenza.
CONSIDERATO che:
• A livello nazionale, sono state adottate alcune misure per contrastare il fenomeno, tra cui la Legge 113/2020, che impone alle strutture sanitarie di adottare protocolli di sicurezza con le forze dell’ordine per prevenire episodi di violenza e garantire interventi tempestivi.
• Il Ministero della Salute ha inoltre promosso campagne di sensibilizzazione volte a informare la popolazione sulla gravità degli atti di violenza contro il personale sanitario e sull’importanza di un atteggiamento rispettoso nei confronti di chi opera per la tutela della salute pubblica.
• Alcune Regioni italiane hanno introdotto misure specifiche per prevenire le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari. In Toscana, la giunta regionale ha approvato una delibera per la gestione e prevenzione degli atti di violenza, imponendo alle aziende sanitarie di implementare protocolli di sicurezza. L’Emilia-Romagna ha sviluppato linee guida per il monitoraggio del fenomeno e la formazione degli operatori sanitari, mentre in Sicilia è stato istituito un Gruppo di Coordinamento Regionale per la prevenzione delle aggressioni nelle strutture sanitarie pubbliche.
EVIDENZIATO pertanto che:
• queste iniziative dimostrano l’impegno delle istituzioni nel garantire la sicurezza del personale sanitario attraverso misure legislative, azioni di sensibilizzazione e programmi di formazione, ma non risolvono completamente il problema, che necessita di interventi continuativi e mirati.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale,
INTERROGA l’Assessore competente per conoscere:
1. Quali iniziative siano state messe in atto nelle strutture pubbliche e private accreditate della Regione Friuli Venezia Giulia per contrastare, arginare e debellare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario.
2. Quali siano gli esiti delle misure eventualmente adottate e se siano disponibili dati aggiornati sulla frequenza degli episodi di violenza nelle strutture sanitarie regionali.
3. Se le misure già in essere siano valutate sufficienti o se si ritenga necessario adottarne di ulteriori; in caso affermativo, quali ulteriori azioni si intendano mettere in atto per garantire maggiore sicurezza agli operatori sanitari della Regione Friuli Venezia Giulia.
Roberto COSOLINI
Presentata alla Presidenza il 11/03/2025
2343 - COS IRO Sicurezza personale SSR 11_03_25