COSOLINI: Relazione di minoranza sui Disegni di legge n. 149, 150 e 151

Pubblicato il giovedì 09 Dic 2021

Relazione di minoranza sul Disegno di legge n. 149 Legge collegata alla manovra di bilancio 2022-2024, sul Disegno di legge n. 150 Legge di stabilità 2022 e sul Disegno di legge n. 151 Bilancio di previsione per gli anni 2022-2024

Egregio Presidente, Gentili Colleghe e Colleghi,
i Disegni di legge oggetto di esame nella sessione d’aula dedicata agli strumenti di bilancio 2022- 2024, vengono discussi in un periodo completamente diverso da un anno fa, sia dal punto di vista della quantità di risorse a disposizione siano esse statali o regionali, sia per quanto attiene alle aspettative che si sono create con l’avvio della nuova fase di superamento dell’emergenza covid.
È un dato di fatto inopinabile che le scelte prese a livello nazionale sul contrasto alla diffusione della pandemia e sulle modalità di riavvio del sistema economico-sociale che troverà ancora maggiore esplicitazione con la messa in atto delle misure previste dal PNRR, stanno dando enorme sostegno alla nostra comunità regionale e alle diverse articolazioni economiche e sociali, che solo un anno fa si trovavano in balia dell’andamento dell’emergenza sanitaria con grave dubbio sulle capacità di resistenza e resilienza.
Ribaltando le catastrofiche previsioni sentite a più riprese nel corso del 2020, la notevole massa di risorse provenienti da Roma e disposte da provvedimenti statali come ristoro del mancato gettito e come quota parte del riconoscimento a tutte le regioni speciali anche a valere per i prossimi anni, fa sì che ci troviamo a discutere su consistenti rimpinguamenti dei capitoli di spesa quasi su ogni settore che portano in generale il bilancio previsionale 2022 quasi alla pari dell’assestato attuale del 2021.
Pertanto, nonostante ci sia stato spiegato che è difficile fare dei confronti precisi sulle risorse effettivamente “manovrabili” tra le ultime diverse annualità, anche per stessa ammissione degli uffici che si trovano a dover rivedere i criteri della cosiddetta “manovrabilità” con le conseguenti difficoltà di comparazione dei documenti, si può comunque certamente affermare che questo bilancio 2022 è senz’altro il più ricco almeno dall’anno 2015.
La mole di risorse che vengono stanziate sul territorio non sembra orientata a sostenere una strategia di sviluppo a medio-lungo termine per proiettare la nostra Regione verso le sfide del futuro quanto piuttosto impiegata in una logica di distribuzione a pioggia legata a contingenza e convenienza del momento.
E’ evidente che con tante risorse si coprono molte esigenze ma c’è da chiedersi, e riteniamo non ve lo siate chiesto in modo adeguato, se non si potrebbe fare meglio, piantando basi più solide anche in vista di possibili bilanci meno ricchi.
Prendiamo l’andamento confuso e contraddittorio delle politiche per la casa: ricordiamo che non più tardi di 10 giorni fa è stato approvato un ulteriore provvedimento di assestamento del bilancio 2021 in cui, prendendo atto degli oltre 66mln frutto della nuova intesa con il Governo e acquisendolo a bilancio dell’anno corrente, la Giunta è andata a coprire le moltissime promesse finora disattese sul contributo prima casa.
Tre anni fa si è voluto allargare il campo dei potenziali beneficiari creando un’aspettativa che ha visto poi migliaia di richieste attendere per un tempo troppo lungo. E più volte con richiami ed emendamenti vi abbiamo sollecitato a dare invece risposte tempestive. Oggi con le due recenti delibere 1620 e 1621 sul tema delle agevolazioni “prima casa” si va verso un indebolimento delle politiche sulla casa.
Se è vero che sull’edilizia agevolata (delibera 1620) sono stati stanziati parecchi milioni di euro per scorrere le graduatorie, è pure vero che ora si restringono il campo e le possibilità, escludendo così tantissimi soggetti: dal limite dei 2 anni senza proprietà per poter presentare la domanda, a quello dei 200.000 come quantificazione dell’intervento, alla riduzione del contributo, fino al limite di superficie.
Con la delibera 1621 si rimandano gli interventi nell’edilizia pubblica che prevedono l’avvio di cantieri.
La giunta sta dicendo: “Mercato immobiliare, non correre troppo che il sistema non ti sta dietro” e quindi rimandano (DGR 1621) o rallentano (DGR 1620) gli investimenti. E quindi si riducono o rinviano interventi per la casa. Forse si poteva fare qualcosa di più ad esempio aprendo un confronto con le diverse componenti interessate per valutare interventi tesi al rafforzamento strutturale del comparto edile per rafforzarne la capacità di intervento.
Continua a mancare in questo bilancio un impegno forte a favore del ricupero del patrimonio immobiliare in abbandono o a rischio di degrado ovvero di una sua demolizione a favore di una maggior qualità del territorio e dell’ambiente.
Ed è proprio l’ambiente dove si registrano le più evidenti mancanze, dove è evidente un galleggiamento di questa giunta e di questa maggioranza, incapaci di scelte forti nei confronti di quella che è ormai la conclamata grande emergenza globale: non bastano gli annunci, sempre più stanchi, che vorrebbero questa Regione anticipare l’obiettivo della neutralità energetica.
Non bastano gli annunci se slittano strumenti di pianificazione come quello per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico o se non c’è un significativo incremento di risorse verso linee di intervento finalizzate alla riconversione ambientale delle attività produttive, della mobilità, del territorio, del patrimonio immobiliare.
Mancano innovazione e discontinuità. E talora abbiamo la sensazione che anche su misure presentate come innovative al momento della loro messa in campo manchi poi una valutazione sul percorso di attuazione, sulla loro efficacia, sui risultati insomma.
Nell’ambito dei provvedimenti a favore del sistema di imprese vorremmo ad esempio avere notizie su operatività e risultati del Fondo di garanzia regionale per gli investimenti di venture capital, lo strumento specificamente diretto a promuovere l’avvio e lo sviluppo di nuove imprese di elevato livello innovativo e tecnologico, e che copre le dotazioni emesse da intermediari finanziari, da società di partecipazione o da investitori privati indipendenti (i cosiddetti business angels) per un ammontare massimo garantito per investitore pari a un milione di euro e con una copertura massima ammissibile del 70 per cento. Dal varo della misura è passato un tempo sufficiente per capire se la misura sta esercitando una capacità attrattiva di venture capitalist verso le start up innovative della Regione oppure se la montagna a suo tempo annunciata stia partorendo un topolino…
Inoltre che ne è stato dell’analisi e dello studio di fattibilità relativi alle imprese cosiddette “kibs” previsti dalla legge regionale Sviluppo impresa approvata ad inizio anno? Ricordo che il regolamento di attuazione delle misure a favore delle KIBS, al fine di accompagnare la crescita e lo sviluppo di queste imprese innovative, doveva essere adottato entro il mese di agosto 2021 e cioè entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge.
In esito a questo studio l’amministrazione regionale avrebbe dovuto approvare un regolamento regionale di attuazione di misure a sostegno delle KIBS. Ad oggi il regolamento non c’è, dello studio eventualmente svolto non si conoscono gli esiti e soprattutto le poche risorse stanziate (100.000 euro all’anno) per il 2021 sono state ovviamente stralciate.
Questi due esempi di tanti altri di cui potremmo parlare stanno a dimostrare che non è sufficiente avere a disposizione tante risorse, ma che la cosa importante è avere un minimo di strategia di medio lungo periodo entro cui declinare le scelte anche di breve respiro.
Di molte risorse evidentemente potrà disporre il settore socio-sanitario e specificatamente il Sistema sanitario regionale che dovrebbe affrontare le sfide della pandemia da covid e comunque garantire standard adeguati ai servizi ordinari.
Purtroppo, nonostante l’aumento considerevole degli stanziamenti negli ultimi tre anni e gli aiuti statali garantiti sia dal Governo Conte che dal Governo Draghi per il contenimento dell’emergenza da covid, i risultati evidenti a tutti non sono così buoni come invece l’assessore competente e i suoi direttori delle aziende sanitarie si sforzano a raccontare.
Basteranno le risorse collocate nel bilancio di apertura, che del resto sono pari all’assestato finale del 2021? Ci si dice di sì, ma lo avevamo sentito anche lo scorso anno e poi come abbiamo visto nel corso dell’anno sono stati invece necessari ulteriori importanti stanziamenti e mi riferisco in particolare non a quelli determinati dall’emergenza covid, peraltro ben coperti dal Governo, bensì alle risorse necessarie per quelli che una volta si chiamavano “buchi” nella gestione ordinaria delle tre aziende, e che tra l’altro vedono situazioni molto diversificate fra le diverse realtà che avremmo voluto poter approfondire. Non è stato possibile farlo e soprattutto non è stato possibile finora confrontarci con gli operatori per capire meglio i problemi e le difficoltà del sistema sanitario regionale.
Nostro compito di legislatori dovrebbe anche essere quello di valutare la qualità della spesa e le ricadute degli stanziamenti.
Abbiamo capito da tempo che la nuova legislatura adotta altri termini per descrivere simili situazioni del passato. Nonostante ciò, i cosiddetti attuali “fabbisogni strutturali programmati”, non bastano a spiegare in modo chiaro se si riferiscano ad attività relativa al contrasto della pandemia o piuttosto a scelte operative delle aziende che comunque dovrebbero essere ben valutate dalla giunta regionale.
Certo comprendiamo come la situazione di emergenza abbia sconvolto i parametri conosciuti fino ad un anno fa e determinato la quantità della spesa, comunque supportata da considerevoli innesti statali, nel 2020 e nel 2021 ma l’emergenza covid non è esclusiva di questa regione né può essere alla quarta ondata considerata un evento imprevedibile e allora vorremmo poter valutare la spesa in sanità anche alla luce di alcuni indispensabili obiettivi:
-in materia di covid vedendo ad esempio il FVG lasciare il fanalino di coda della graduatoria delle terze dosi somministrate dalle regioni italiane e le aziende sanitarie ricuperare la capacità di gestire tempestivamente i casi positivi e le situazioni significative di contatto;
-in materia di servizi ai cittadini affrontare il tema delle liste di attesa e dei rinvii di prestazioni, anche chirurgiche, indispensabili per tanti cittadini;
-in materia di programmazione vorremmo vedere riconosciuto e rafforzato nei fatti il ruolo della sanità territoriale, la cui importanza non è rivendicazione del PD ma è una lezione della pandemia, un valore fondamentale riconosciuto dai principali centri di ricerca internazionali operanti nel settore, un’indicazione strategica del PNRR. Vediamo invece questo ruolo offuscato dalle proposte di atti aziendali, che sembrano disconoscere il valore di esperienze realizzate e guardate proprio dall’esterno con spirito di emulazione proprio in questa fase;
-vorremmo complessivamente una sanità regionale che si muova in sintonia con le indicazioni del PNRR, senza sottovalutazioni o prese di distanza quali abbiamo assistito nei giorni scorsi;
-e infine vorremmo un coinvolgimento vero, non strumentale, dei professionisti: ci siamo sentiti più volte dire che le osservazioni o le richieste dell’opposizione turberebbero il clima nella comunità professionale chiamata ogni giorno a dare risposte in questa difficile situazione. Abbiamo invece la convinzione che il clima è turbato quando viene negata la partecipazione attiva e tutte le scelte sono calate dall’alto, o quando una voce critica che si leva, e come abbiamo visto a proposito delle terapie intensive non a torto, viene stroncata senza riconoscerne le ragioni.
Mi sono soffermato troppo sulla sanità? Non credo, visto che impegna il 60% delle risorse manovrabili ed è doveroso porsi il tema della qualità di questa spesa e dei risultati attesi e raggiunti.
In un bilancio così ricco, che ci vede entrare in aula con circa 4661 milioni di risorse manovrabili, 173 più del bilancio iniziale del 2021 e mentre ci apprestiamo a discutere e approvare la collocazione di un ulteriore centinaio di milioni, risulta ancora più incomprensibile che determinate poste vengano trascurate o sottovalutate: senza ritornare su macro questioni già precedentemente sollevate, come ad esempio sul ricupero di patrimonio immobiliare e/o ambientale, citerò solo il fatto che si continua a non dare una risposta adeguata in tema di edilizia scolastica con particolare riguardo alla graduatoria con più di un centinaio di domande di adeguamento alla normativa antisismica dei plessi scolastici, perlopiù nei piccoli comuni, che continuano ad attendere inutilmente che la Regione sostenga interventi indispensabili.
Infine, a maggior ragione in un momento storico così particolare di cosiddetta ripartenza, la Giunta del “dialogo e dell’ascolto”, come la presentava al momento dell’insediamento lo stesso Presidente Fedriga, ha evitato qualsiasi confronto sulle linee strategiche e sugli obiettivi della manovra con le rappresentanze economiche e sociali come del resto sta facendo sull’attuazione del PNRR. Che la Giunta non coinvolga i soggetti sopra citati ci sembra proprio rivelatore di un atteggiamento di autosufficienza, se non proprio di improvvisazione, nella conduzione del governo della comunità regionale.
Proprio invece sulla gestione delle misure che si stanno declinando a valere sul PNRR, sarebbe opportuna una cabina di regia regionale che metta attorno allo stesso tavolo le diverse competenze delle direzioni regionali e gli enti locali. Si può chiamare in tanti modi, ma è necessario un luogo dove poter portare a reciproca conoscenza e conseguente sintesi le azioni in atto e soprattutto quelle future.
Senza un coordinamento dell’ente Regione i nostri enti locali non saranno in grado di produrre adeguata progettazione e cogliere l’occasione dei bandi emanati a livello statale, e poi di riuscire ad attuare i progetti eventualmente assegnatari delle risorse.
Se non si riconosce che i nostri comuni fanno già fatica a seguire l’attività ordinaria, significa che non si è consci della reale situazione. D’altronde in mancanza di un luogo di coprogettazione di area vasta, per i singoli comuni medio-piccoli è ancora più difficile giocare la partita del PNRR. Almeno su questo punto la giunta dovrebbe rendersi conto e correre subito ai ripari con una task force dedicata al supporto progettuale e gestionale delle risorse importanti che potrebbero essere ricevute.
C’è un tema di fondo che riguarda la capacità delle ingenti risorse pubbliche proprie di questa fase, indipendentemente dalla provenienza, e che sono dettate dalle due scadenze del Sistema Paese:
-quella della capacità di impegnare e spendere nei tempi dettati dall’ Europa;
-quella di determinare una crescita economica e sociale capace tra l’altro di garantire nel tempo la capacità di restituire la quota di risorse che non sono a fondo perduto.
Il Gruppo del PD come al solito si sforzerà di presentare delle proposte precise e concrete migliorative dei documenti in discussione soprattutto con l’intento di utilizzare quelle risorse ancora parcheggiate pari a circa 100 mln di euro e su cui in sede di commissione l’assessore al Bilancio ha annunciato di voler coinvolgere il Consiglio regionale.
Le nostre proposte più significative riguarderanno da un lato i capitoli che vediamo incomprensibilmente trascurati in un bilancio record e dall’altro:
-interventi concreti in campo ambientale;
-interventi tesi al ricupero del patrimonio immobiliare;
-incentivi sul fotovoltaico in particolare sugli immobili industriali attivi o dismessi, in aree dismesse o abbandonate e in discariche chiuse e ripristinati, cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento;
-interventi per sostenere la manutenzione della viabilità secondaria nelle aree montane;
-una misura per sostenere l’attrattività turistica della nostra regione,
-interventi rivolti in particolare da un lato ai giovani e dall’altro agli anziani;
-una dotazione significativa nei capitoli della nuova legge sulla famiglia per garantire ricadute effettive e non simboliche delle misure contenute.
E come al solito, il nostro voto finale in Aula dipenderà dall’atteggiamento della giunta e della maggioranza durante la discussione dei documenti sottoposti all’esame dell’aula in particolare verso gli emendamenti che depositeremo con spirito collaborativo per il bene della nostra comunità regionale.

ROBERTO COSOLINI

COS relazione minoranza DDL 149-150-151

Ne parlano

Roberto Cosolini

Ne parlano

Roberto Cosolini
Roberto Cosolini

Articoli correlati…