Sanità: Cosolini (Pd), no a estensione massimale di 1.500 pazienti per medici di famiglia

«La pandemia ha evidenziato la necessità di potenziare la medicina generale e quella territoriale puntando alla risoluzione di scelte irrisolte a cui si deve dare soluzioni efficaci e quanto mai urgenti»

TRIESTE 17.01.21 «La pandemia ha evidenziato la necessità di potenziare la medicina generale e quella territoriale puntando alla risoluzione di scelte irrisolte a cui si deve dare soluzioni efficaci e quanto mai urgenti». Lo afferma il consigliere regionale del Pd Roberto Cosolini, che ha presentato un'interrogazione rivolta all'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, attraverso la quale chiede un intervento per risolvere la carenza dei medici di medicina generale. Accanto a Cosolini, sul fronte del Comune di Trieste, interviene anche la consigliera comunale triestina del Pd, Valentina Repini, con una richiesta rivolta al sindaco Dipiazza «di farsi interprete attivo del tema».
I due esponenti dem, inoltre, sottolineano che «la svolta che rivendichiamo per rafforzare la medicina generale e quella territoriale, è dettata anche da fenomeni strutturali che la attraversano, come la carenza dei medici di famiglia e i numerosi pensionamenti attesi nei prossimi mesi e anni. Di questo passo la sanità regionale potrebbe rischiare il tracollo non solo a causa dell’emergenza coronavirus, ma anche per il perdurare di un certo lassismo nell'ambito delle scelte amministrative. La qualità dell'assistenza dev'essere tutelata e l'estensione del massimale da 1.500 a 1.700 pazienti per ogni medico di famiglia non è la soluzione, ma sembra invece un rincorrere modelli sanitari che in periodo di pandemia hanno dimostrato di non reggere, come il sistema lombardo dove l'aumento dei pazienti per ogni medico di medicina generale è di 300 unità».
Secondo Cosolini, «in Fvg è necessario impegnarsi per delineare, davvero, un sistema sanitario organizzato e fondato su due direttrici: ospedale e territorio. Il medico di medicina generale deve ritornare a essere il fulcro del rapporto tra il servizio sanitario e il paziente. La Regione si impegni con una pubblicazione straordinaria, dove i medici di famiglia mancano da tempo e dove la situazione è aggravata dalle rinunce dei medici che hanno vinto il concorso, come previsto dall'accordo collettivo nazionale per coprire da subito perlomeno quei posti. Inoltre, si acceleri sull’iter burocratico amministrativo per le assunzioni dei nuovi medici di famiglia previste per il 2021». Quanto ai Comuni, conclude Repini, «si facciano parte attiva, fornendo dei supporti per sopperire alla carenza di medici di base. Mettere a disposizione ambulatori gratuitamente potrebbe essere d'aiuto ai medici, affinché rimangano sul nostro territorio».