Sanità: Conficoni (Pd), Giunta sia garante di conciliazione lavoro-famiglia a dipendente Asfo

Pubblicato il martedì 02 Nov 2021

PORDENONE 02.11.21 «Mentre il Consiglio regionale si appresta alla discussione dell’attesa legge sulla famiglia, i buoni propositi del testo depositato dalla Giunta Fedriga si scontrano con quanto accade nella realtà. L’ultimo esempio è quello dell’operatrice socio-sanitaria dell’Asfo che, a fronte di una situazione familiare indubbiamente complessa, non ha ancora ottenuto il part-time. Chiediamo all’assessore competente di interessarsi e di farsi garante affinché vi sia un chiarimento non solo per questo caso specifico, ma per tutti quelli che non vengono denunciati pubblicamente, in cui viene di fatto negata una vera conciliazione tra lavoro e famiglia». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) commentando la vicenda dell’operatrice socio-sanitaria da poco rimasta vedova e con un figlio autistico a carico che ha chiesto il passaggio dal lavoro a tempo pieno al lavoro a tempo parziale.
«L’atteggiamento che la dirigenza dell’Asfo ha verso il personale si conferma ancora una volta negativo. Se da un lato continua a mancare un adeguato rinforzo in termini di risorse umane, dall’altro non c’è nemmeno la dovuta considerazione del carico di lavoro a cui i dipendenti sono sottoposti, soprattutto quando dietro esistono situazioni familiari complesse. Inoltre deve far riflettere il fatto che se un part time da 36 a 30 ore settimanali diventa un problema per un’azienda sanitaria come l’Asfo, evidentemente la situazione non è così positiva come il direttore generale Polimeni, a inizio anno raccontava. Il ritardo con cui solo in questi giorni, dopo una uscita sulla stampa, è stata data formale risposta non positiva alla richiesta avanzata dalla operatrice lo scorso mese di luglio, rappresenta un’aggravante. È necessario un netto cambio di rotta, non è pensabile che venga prima il bilancio (con lo scandaloso utile di 9milioni di euro), poi gli investimenti sul personale. Questo andazzo sta penalizzando il servizio ai cittadini e rendendo complicata, in alcuni casi, anche la vita di chi sta garantendo, con il proprio lavoro, la salute pubblica».

Ne parlano

Nicola Conficoni

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