Salute: Conficoni (Pd), destra non metta cappello su ospedale Pn

Pubblicato il mercoledì 11 Dic 2024

 

Trieste, 11.12.24 – «Fa piacere che la destra, dopo averlo aspramente criticato, finalmente riconosca la bontà del nuovo ospedale di Pordenone. Invece di mettere il cappello e intestarsi l’opera sbloccata dal centrosinistra, però, i colleghi di maggioranza dovrebbero preoccuparsi di risollevare i servizi sanitari che, diversamente da quanto promesso, con loro al governo sono peggiorati anziché migliorare». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) commentando interventi ed emendamenti alla legge di Stabilità 2025, presentati dai consiglieri di centrodestra dell’area pordenonese per finanziare un progetto di valorizzazione della nuova struttura.

«Dopo anni di polemiche – prosegue il consigliere dem – l’ormai prossimo 16 dicembre verrà inaugurato il nuovo ospedale di Pordenone. Già il mese scorso, durante un sopralluogo, l’assessore Riccardi aveva elogiato la struttura che, nella sua configurazione finale, avrà una dotazione di posti letto adeguata alle mutate necessità post covid senza dimenticare il verde e i parcheggi. Ora, inseguendolo, anche il consigliere regionale Alessandro Basso ha vantato l’iniziativa che il suo collega di maggioranza Carlo Bolzonello propone addirittura di promuovere con una campagna di comunicazione da 80mila euro. Una palese contraddizione rispetto a quanto ha sempre sostenuto l’ex primo cittadino di Pordenone, Alessandro Ciriani che nel 2016 aveva promesso di fare la sentinella dell’ospedale». In questi anni, prosegue Conficoni, «abbiamo invece assistito a un vero e proprio svilimento della sanità pordenonese penalizzata dall’aumento della sperequazione nell’assegnazione delle risorse, dall’esternalizzazione di radiologia e da liste di attesa fuori controllo. Che ora, dopo essere rimasti colpevolmente in silenzio di fronte alle scelte sbagliate della Giunta regionale, i consiglieri di maggioranza chiedano soldi per pubblicizzare il tanto vituperato nuovo ospedale e non i percorsi di garanzia previsti dalla legge per assicurare in tempo utile le prestazioni, la dice lunga su quanto la propaganda prevalga sull’interesse dei cittadini».

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