Salute: Conficoni, mantenere alta la guardia su Rsa Roveredo per difesa servizio pubblico

Pubblicato il giovedì 31 Lug 2025

Roveredo in Piano, 29.07.25 – «La scongiurata chiusura dell’Rsa di Roveredo in Piano, merito di una diffusa mobilitazione, è uno scampato pericolo che non può farci cantare vittoria viste le incertezze sul futuro della struttura. Per salvaguardare il servizio pubblico e l’occupazione, è quanto mai necessario che si passi dall’improvvisazione alla condivisione, aprendo un confronto con i portatori d’interesse e coinvolgendo l’assemblea dei sindaci». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), intervenuto alla partecipata assemblea pubblica promossa sul tema da La Civica Fvg e dal Partito Democratico, con il consigliere comunale Giovanni Biason e il segretario del circolo Danilo de Luca tra i relatori.

«La decisione di chiudere l’Rsa di Roveredo in Piano il prossimo 31 luglio – prosegue il consigliere dem – era tanto calata dall’alto quanto sbagliata per le sue molteplici ripercussioni negative. Da anni l’assessore Riccardi promette un potenziamento delle cure intermedie nel Friuli Occidentale. Eliminare una struttura da 24 posti letto non è certo il modo giusto di traguardare l’obiettivo». La paventata riorganizzazione, poi, continua «prevedeva il trasferimento di neuropsichiatria infantile da Pordenone, allontanando l’integrazione socio-sanitaria. Non a caso è stata contestata sia dai lavoratori direttamente coinvolti, sia da cittadini, sindacati e amministratori locali di ogni colore politico». A manifestare sotto la sede dell’Asfo nel Bronx di Pordenone, ricorda Conficoni, infatti, «accanto a Renzo Liva e diversi consiglieri comunali del capoluogo, c’era anche il sindaco Nadal che ha definito aspro il confronto con l’Asfo sulla delicata questione denunciando la mancata informazione al Comune. Fortunatamente la protesta ha avuto successo. La proroga di sei mesi concessa dalla Regione, però, è una toppa utile a spegnere la protesta che non offre alcuna garanzia per il futuro né cancella la brutta figura per l’ennesimo tentativo di indebolire la sanità pordenonese già penalizzata da tagli, esternalizzazioni e riparti di fondi che hanno aumentato la sperequazione. A maggior ragione – conclude – bisogna continuare a fare squadra e mantenere alta la guardia, pretendendo soluzioni condivise che difendano e rafforzino il servizio pubblico sul territorio».

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