Pordenone 02.01.24 – «La lettera dei dirigenti medici dell’ospedale di Pordenone conferma quanto la destra che guida la Regione Fvg e il Comune capoluogo stia penalizzando la sanità provinciale. Il Piano oncologico è solo l’ultimo tassello di un disegno che impoverisce presidi e servizi nel Friuli Occidentale». Lo affermano il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) e il responsabile Salute della segreteria regionale del Pd, Nicola Delli Quadri, commentando la lettera inviata alla terza commissione salute del Consiglio regionale da 37 direttori di struttura (soc e ssd) dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
«Nove anni fa – proseguono gli esponenti dem – l’ex sindaco Ciriani aveva promesso di fare la sentinella del territorio. Assieme ad Alessandro Basso, però, è rimasto colpevolmente in silenzio di fronte alle scelte politiche assunte dalla giunta regionale danneggiando la destra Tagliamento. Grazie alle deroghe richieste per Latisana e Tolmezzo, infatti, la provincia di Udine con 500mila abitanti avrà quattro punti nascita mente quella di Pordenone con 300mila residenti solo uno, in virtù delle chiusure nel Policlinico e a San Vito». L’ultimo riparto dei fondi alle diverse aziende sanitarie territoriali del Friuli Venezia Giulia, ricordano inoltre, «aumenta ulteriormente il sottofinanziamento dell’Asfo che condividerà un unico direttore generale a scavalco con il Cro, il cui ruolo non viene valorizzato dal piano oncologico regionale. La riorganizzazione dell’attività chirurgica voluta dalla coppia udinese Riccardi-Fasola, tuttavia, indebolisce anche l’ospedale Santa Maria degli Angeli che può contare sui nuovi padiglioni sbloccati dal centrosinistra, ma soffre la carenza di personale e la destra vuole privare di funzioni importanti sulla base di criteri di valutazione opinabili. Ci batteremo – concludono – affinché l’appello dei direttori di struttura non resti inascoltato. Resta il fatto che chi governa Pordenone dal 2016 e si agita in vista delle elezioni ha ampiamente tradito la promessa di tutelare la sanità pordenonese».