Trieste, 18.11.25 – «Fornire una maggiore garanzia di tutela ai soggetti deboli, anziani o disabili, è indubbiamente importante e in questo senso è positiva la proposta di modifica della legge istitutiva del garante per i diritti della persona e del difensore civico». Lo affermano le consigliere regionali Manuela Celotti, Laura Fasiolo e il consigliere Massimiliano Pozzo (Pd) che oggi hanno preso parte alla seduta della V commissione riunita per le audizioni sulla proposta di legge 43 riguardante le funzioni del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità e delle persone anziane vulnerabili.
Secondo la consigliera Celotti è «positivo e va riconosciuto che si affronti il tema delle garanzie di tutela per le persone anziane fragili e per le persone disabili. È un passo di civiltà. Soprattutto alla luce dei cambiamenti socio-demografici e dei processi in atto nella nostra regione, che determineranno cambiamenti organizzativi nella rete dei servizi e quindi necessità di verificare le ricadute sui possibili beneficiari». Un aumento delle competenze del garante, continua Celotti, «deve necessariamente determinare un potenziamento della struttura che sottende a questa figura di garanzia, in modo tale da riuscire a gestire le nuove competenze e quindi l’aumento delle richieste da parte dei cittadini e delle cittadine. Rimane aperta, e dovrà essere centrale nel confronto sulla norma, come oggi è stato evidenziato in modo particolarmente diffuso dagli auditi, la scelta su quale sia la forma migliore per garantire operatività ed efficacia al garante. La pdl propone di aumentare le competenze dell’attuale garante, mentre diversi auditi ritengono necessario prevedere una nuova figura, possibilmente collegiale, in modo tale da garantire rappresentanza e partecipazione, soprattutto in tema di disabilità». Infine, conclude Celotti «è necessario che si modifichi anche l’articolato relativo al difensore civico, per garantire che lo stesso possa svolgere la sua attività, nell’interlocuzione con gli enti locali, a favore di tutti i cittadini e le cittadine della regione e non solo di quelli che risiedono in comuni che hanno sottoscritto una convenzione».
La consigliera Fasiolo condivide «in pieno la proposta. Ben venga un ragionamento volto ad ampliare le tutele, ma va fatta attenzione a non sovraccaricare un ufficio che già si occupa di varie e spinose problematiche come quelle dei detenuti, dei bambini e adolescenti e di persone a rischio di discriminazione, di persone detenute nei Cpt» sottolinea Fasiolo ponendo un interrogativo su «come procedere per aumentare le tutele a favore di anziani e disabili? O ampliando gli uffici con personale formato su temi sociosanitari, oppure istituendo un altro garante che possa seguire e assumersi il carico di lavoro nel seguire e tutelare nei vari aspetti della vita, queste persone». Dunque, ribadisce Fasiolo, «è importante che il tutto venga svolto in una panoramica di sostenibilità. Il sostegno alle persone anziane, in continuo aumento, deve essere fatto da chi ha competenze specifiche e all’interno di una rete che sia collaborativa con il mondo della sanità, con il mondo del sociale, dei servizi e del sociosanitario».
Il consigliere Pozzo parla di una «proposta di legge “semplice” perché ha pochi articoli e apporta modifiche che estendono i poteri del garante, ma proposte semplici, in una società che è sempre più complessa, rischiano di non essere efficaci. È necessaria cautela davanti alle complessità che spesso schematizziamo usando le categorie dell’anzianità, della disabilità e della solitudine. O citando le difficoltà di accesso, le barriere linguistiche, digitali e conoscitive. È comprensibile che si ragioni per categorie, ma serve capire che le categorie, così come le fragilità, si sovrappongono, si incrociano e spesso si sommano. Per questo abbiamo bisogno di capacità multidisciplinari e di accrescere competenze. La proposta di legge è sicuramente stimolante, però ragioniamo su come fare un lavoro serio su competenze e formazione, risorse umane e risorse economiche, non pensando che la figura del garante possa da sola affrontare una mole di lavoro simile».


