Montagna: Mentil (Pd), espressioni d’odio non più tollerabili

Pubblicato il martedì 18 Nov 2025

 

Trieste, 18.11.25 – «I toni del dibattito sociale e politico vanno abbassati e riportati nell’alveo della civiltà: espressioni d’odio non possono essere più tollerate, soprattutto se fatte nascondendosi dietro l’anonimato». Lo afferma il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd) che questa mattina ha presentato una querela contro ignoti per una lettera anonima recapitata via posta alle pro loco della Carnia attraverso la quale si rivolgono frasi “diffamatorie e ingiuriose” verso lo stesso consigliere.

«La serietà, l’onestà, la responsabilità e la trasparenza sono concetti fondamentali sui quali mi sono sempre basato nella vita e nella mia attività amministrativa e politica. Sempre mettendoci la faccia e l’impegno in prima persona, perché sono convinto che solo in questo modo è possibile guadagnare la fiducia della gente, facendo le cose alla luce del sole, sottoponendosi al giudizio delle persone alle quali ho chiesto fiducia. Un concetto che, come purtroppo vediamo, non appartiene ad alcune persone che si nascondono dietro l’anonimato e pensando di essere protette da questo scudo si sentono in diritto e si permettono di infamare e infangare gli altri. Come è successo nei giorni scorsi con chi ha attaccato, usando parole diffamatorie, me e la mia famiglia. Qui cadono tutti i termini di discussione non solo politica, ma anche civile» continua Mentil. «Questo non è accettabile in alcun modo e non lo è ancora di più in un momento in cui, guarda caso, iniziano a vacillare le certezze di chi ha condotto una battaglia politica su Passo Monte Croce Carnico». Lo studio commissionato dalle due regioni Fvg e Carinzia, continua Mentil, «ha tratto le sue conclusioni e questi personaggi senza nome pensano forse che il sottoscritto abbia suggerito, all’orecchio di chi ha condotto questo studio, cosa fare? Io ho sempre espresso un’opinione in nome della comunità che mi ha eletto, convinto della bontà della mia posizione, l’ho fatto alla luce del sole, senza secondi fini che, a ogni modo, in una comunità ristretta sarebbero eventualmente stati sotto gli occhi di tutti. Altro che interessi personali e familiari, modi e termini di chi nell’ombra punta il dito mi suggerisce invece qualcosa di diverso, ossia interessi di parte da chi oggi rigetta su di me accuse infamanti. E lo fa con un rancore e con parole (che qualcuno ha già usato in passato) che tradiscono una paura di perdere qualcosa. Ebbene, se questi signori pensano che mi si debbano attribuire delle responsabilità precise si mostrino pubblicamente e si prendano la responsabilità delle proprie azioni e dichiarazioni, diversamente restano quello che si sono dimostrati, dei pavidi bugiardi».

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