Salute: Conficoni (Pd), scelte sbagliate della Giunta penalizzano ostetricia Pn

Pubblicato il giovedì 13 Nov 2025

 

Trieste, 13.11.25 – «Le scelte sbagliate della Giunta Fedriga continuano a penalizzare il sistema sanitario del Friuli Occidentale: dopo i disagi già subiti da operatori e partorienti, la loro errata programmazione sui punti nascita permetterà al reparto di ostetricia a Pordenone di offrire un servizio ottimale solo tra qualche mese». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni replicando alla risposta dell’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi all’interrogazione sulle «criticità nel reparto di ostetricia a Pordenone, da più parti segnalate».

«Le rassicurazioni dei primari – prosegue il consigliere dem – non cancellano gli effetti negativi di decisioni inique e affrettate, contestate anche dal ministro Ciriani che lo scorso maggio, oltre a stigmatizzare l’inaugurazione farlocca del nuovo ospedale ancora chiuso, aveva fatto notare come, dopo i tagli a senso unico dei punti nascita da parte della Giunta, a Udine sono attivi quattro punti nascita per 500 mila abitanti, mentre a Pordenone ne è rimasto uno solo per 300 mila abitanti». Secondo Conficoni, «questa razionalizzazione è deprecabile non solo per l’evidente disparità territoriale, ma anche per le modalità con cui è stata attuata. I ritardi nell’adeguamento del personale e nell’apertura del nuovo ospedale, infatti, hanno spinto le operatrici a turni massacranti e complicato l’accoglienza delle future mamme. Dopo la chiusura del punto nascita nel policlinico, l’ufficio della caposala al quarto piano del padiglione A in via Montereale è stato trasformato in una stanza per degenze e le ostetriche in servizio il 30 giugno nell’Asfo erano 13 in meno delle 94 previste. Ancora oggi questo obiettivo non è stato raggiunto tant’è che sono state annunciate altre sette assunzioni». Inoltre, aggiunge Conficoni, «entrambe le opzioni sul trasloco dei reparti messe sul tavolo da Riccardi comportano dei problemi, che potrebbero invece trovare una soluzione più tempestiva nella riapertura temporanea del punto nascita di San Vito». Infine, conclude, «la riduzione di circa 300 parti tra il 2023 e il 2025 accredita una fuga di partorienti fuori provincia».

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