Trieste, 07.10.25 – «Ci sono diversi punti condivisi tra la norma che abbiamo depositato e il ddl 59, al quale riconosciamo, su quella che forse è la partita più strategica del nostro presente seppure ancora sottovalutata da molti, di essere una proposta articolata che si pone l’obiettivo di impattare su diversi aspetti del nostro sistema regionale». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) a margine della seduta della VI commissione riunita per l’esame del disegno di legge 59 “Disposizioni in materia di Innovazione sociale per lo sviluppo e l’attrattività in Fvg”.
La consigliera Celotti, che sarà relatrice di minoranza in Aula, riconosce inoltre che «diversi spunti e proposte avanzati dal Partito democratico in questi due anni e mezzo hanno trovato collocazione all’interno del disegno di legge». Per l’esame in Aula, annuncia, «prepareremo quindi degli emendamenti per continuare a dare il nostro contributo per affrontare la partita cruciale dell’attrattività regionale, una sfida che è di tutti e che va affrontata quanto più possibile assieme e in modo trasversale».
Oggi in sede di discussione in commissione, Celotti ha inoltre presentato tre emendamenti di sistema, poi ritirati rimandando a ulteriori proposte in Aula, che, spiega, «si riferivano a tre aspetti che ritengo fondamentali. Il primo riguarda la definizione di standard regionali dei servizi da garantire alle famiglie con figli, su tutto il territorio regionale, a prescindere da dove vivono, dalla montagna alle città passando per le aree extraurbane. Questo aspetto richiama i principi dell’universalità dei servizi e della garanzia di accesso, che sono due elementi cruciali per le famiglie». Il secondo emendamento, spiega ancora, «riguardava la necessità di declinare questi standard a livello di ogni territorio, e quindi di creare un nuovo protagonismo dei Comuni che insieme con gli istituti scolastici, il tessuto produttivo locale, le rappresentanze sindacali, il terzo settore che ha un ruolo fondamentale, e le aziende sanitarie dovrebbero essere chiamati a definire dei piani territoriali per la famiglia che tengano insieme aspetti pedagogici ma anche aspetti organizzativi dei servizi, valorizzando i tessuti e le reti presenti e l’apporto che ciascun soggetto può dare». Infine, conclude «il terzo emendamento riguardava invece l’introduzione di un’Agenzia, quale strumento per rendere possibile una vera integrazione fra i diversi assessorati e le diverse direzioni regionali, coinvolte nello strategico rilancio del sistema di welfare per le famiglie per i giovani, che aumenterà l’attrattività regionale e le possibilità di sviluppo del tessuto produttivo e delle aziende del territorio».