MORETTI: Perché le Aziende Sanitarie del Friuli Venezia Giulia non assumono direttamente i medici stranieri, attualmente reclutati da aziende esterne al Sistema Sanitario Regionale in alcuni presidi ospedalieri della nostra regione?

Pubblicato il giovedì 04 Set 2025

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

OGGETTO: Perché le Aziende Sanitarie del Friuli Venezia Giulia non assumono direttamente i medici stranieri, attualmente reclutati da aziende esterne al Sistema Sanitario Regionale in alcuni presidi ospedalieri della nostra regione?

PREMESSO che è notizia pubblica (più volte segnalata dagli organi di informazione locali e nazionali e oggetto di inchieste giornalistiche) che l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale e l’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale stanno utilizzando – attraverso appalti esterni – all’interno di una parte dei propri presidi ospedalieri (in prevalenza nei reparti della Medicina d’urgenza e della Radiologia), medici reclutati in paesi extraeuropei, non attraverso Agenzie per il lavoro (autorizzate alla somministrazione di personale), ma attraverso una società (la E-Health S.r.l.) che ha come oggetto sociale “l’esecuzione di prestazioni di servizi in ambito sanitario, paramedico, riabilitativo, infermieristico, diagnostico ed assistenziale” nonché quello di “curare per conto proprio o di terzi l’organizzazione dei servizi, anche a mezzo di personale esterno e/o convenzionato, di assistenza medica e non medica, infermieristica e assistenziale, di riabilitazione motoria. A quanto risulta la E-Health S.r.l. assume il personale all’estero con la finalità di distaccarlo –una volta assicuratasi l’appalto-presso i reparti di Pronto soccorso di una parte dei presidi ospedalieri delle singole Aziende, tanto che pare siano in corso contenziosi rispetto alla possibile intermediazione illecita di manodopera e agli inquadramenti contrattuali e retributivi del tutto inadeguati;
PREMESSO ALTRESI’ che, nel bandire concorsi pubblici rivolti a Dirigenti medici delle varie specialità, le suddette Aziende Sanitarie precludono la partecipazione ai medici stranieri sprovvisti di decreto di equipollenza del titolo di studi, diversamente da altre Aziende Sanitarie del nostro Paese che bandiscono i concorsi pubblici per personale sanitario rivolto anche ai medici stranieri, in forza della deroga introdotta nel 2020 dall’art. 13, comma 1 del D.L. n. 18/2020 convertito dalla Legge n. 27/2020, la cui efficacia è stata prorogata – per ora – sino al 31/12/2027;
PRESO ATTO di come, già oggi, alcune Regioni conducono direttamente delle campagne di reclutamento di medici all’estero;
CONSIDERATO inoltre che:
• Risulta che i predetti concorsi vanno deserti, motivo per cui le medesime Aziende si sentono legittimate a rivolgersi alla suddetta società esterna, ovvero ad altre imprese private, per la copertura della carenza d’organico, senza che i suddetti medici stranieri, per la motivazione di cui in premessa, possano partecipare agli stessi. Ai predetti medici stranieri, spetterebbe il medesimo trattamento economico dei medici ospedalieri dipendenti del SSR, mentre agli stessi sembra venir riconosciuta una retribuzione – parametrata sulla categoria “quadro” del CCNL degli studi professionali – inferiore di 1/3 rispetto a quella prevista dai medici ospedalieri (la paga oraria lorda di questi medici è di circa 13 €), per i quali si applica il CCNL ARAN della Sanità, il che violerebbe le disposizioni normative relative alla somministrazione di manodopera – che tutela il lavoratore ancorché la somministrazione sia illecita in quanto il lavoratore somministrato ha diritto al medesimo trattamento economico e normativo applicato ai lavoratori dell’impresa utilizzatrice – e quella relativa all’articolo 11 del D.Lgs. n. 36/2023 “Codice Appalti” che sancisce che “Al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni è applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quello il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione svolta dall’impresa anche in maniera prevalente”;
• la stessa Società E-Health, una volta che questi medici giungono in Italia, imporrebbe loro la sottoscrizione di due clausole: un patto in concorrenza e un patto di stabilità. In forza del patto di non concorrenza, per esempio, nel caso in cui la medesima perda un appalto presso un ospedale, gli stessi medici sino a quel momento impiegati in quell’appalto non possono essere riassorbiti dal nuovo aggiudicatario, altrimenti violerebbero il patto e dovrebbero versare una cospicua penale alla stessa, mentre in forza del patto di stabilità, se i medici si dimettono entro 36 mesi dall’assunzione, devono corrispondere alla Società, a titolo di penale, quasi l’intero importo delle retribuzioni ricevute fino a quel momento a partire dalla data di assunzione, fattispecie che, si starebbe già verificando e sembra aver visto medici stranieri trattenere oltre un anno di retribuzione;
• la situazione di cui al precedente capoverso, spingerebbe gran parte dei medici che non sottoscrivono le descritte clausole a ricercare soluzioni lavorative in Aziende Sanitarie di altre Regioni Italiane;
CONSIDERATO che:
• non risulta chiaro perché le Aziende Sanitarie non sembrino vigilare sulle specializzazioni dei medici distaccati da E-Health s.r.l., in quanto pare che vengano impiegati medici privi di specializzazione in medicina d’urgenza o in radiologia e che fino ad un mese dal loro arrivo in Italia e che quindi i suddetti medici lavorerebbero in ospedale senza essere assunti da E-Health S.r.l., e che allo stesso modo, la stessa formazione obbligatoria non risulta essersi tenuta;
• le stesse Aziende Sanitarie interessate non sembrino vigilare sul rispetto di altri requisiti previsti dagli avvisi di affidamento che prevedrebbero, da parte dei medici impiegati nell’appalto, sia il possesso della laurea in Italia o di un titolo equiparato, sia l’iscrizione all’Ordine dei medici (che non è plausibile in assenza in equiparazione del titolo di laurea), sia un’adeguata formazione sui protocolli sanitari italiani e regionali, sui sistemi informatici delle aziende sanitarie e un’adeguata conoscenza della lingua italiana. Pare inoltre che gli stessi medici vengono messi a lavorare in ospedale il giorno seguente il loro arrivo in Italia, il più delle volte totalmente privi della conoscenza della lingua italiana (raramente la conoscenza è almeno elementare) e senza che venga loro impartita nessun tipo di formazione, di alcuna natura;
• i margini di questi appalti per la società intermediaria potrebbero essere notevoli rispetto al costo del personale medico impiegato;
CONSIDERATO INFINE che proprio sui temi di cui ai precedenti capoversi risulterebbero essere in corso indagini da parte del Ministero del Lavoro, dei Nas e gli stessi medici assunti stanno intentando cause anche contro gli Ospedali regionali.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
INTERROGANO
il Presidente della Regione per conoscere:
A. a che punto è il contenzioso avviato da alcuni di tali medici con le Aziende Sanitarie ASUFC e ASFO;
B. se non ritiene che la Giunta regionale – attraverso la Direzione centrale Salute e l’ARCS- stante le criticità di vario tipo emerse in più occasioni sul tema, nonché per la risonanza mediatica di livello nazionale che sullo stesso c’è stata, debba attuare un atto di indirizzo nei confronti delle singole Aziende Sanitarie regionali nel quale prevedere, ovvero autorizzare, l’assunzione diretta di tali medici, non solo per la convenienza economica e correttezza dal punto di vista giuridico a tutela dei lavoratori, ma anche delle stesse Aziende Sanitarie del SSR del Friuli Venezia Giulia.
C. Se, da quanto sopra descritto e anche in conseguenza dei contenziosi in essere, non teme possa emergere il danno erariale.

I CONSIGLIERI REGIONALI

MORETTI, CARLI, CONFICONI, FASIOLO, RUSSO, COSOLINI

Trieste, 4 settembre 2025

2906 - MOR IRC Medici extra UE 04_09_25

Ne parlano

Diego Moretti

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