Scuola: Fasiolo (Pd), dimensionamento, concertazione negata

Pubblicato il mercoledì 18 Dic 2024

 

Trieste, 17.12.24 – «Il tema degli accorpamenti scolastici sta creando molto malcontento a Gorizia, da sempre città di riferimento per il sistema di istruzione provinciale, non solo degli operatori del mondo della scuola ma anche delle famiglie e del tessuto economico che gravita intorno alla scuola». Lo afferma la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd) sostenendo che «la decisione di imporre un cambiamento così grande e impattante, senza alcuna concertazione con gli stakeholders, non può che essere foriera di problemi e tensioni. Del resto non è per nulla secondario il fatto che negli ultimi decenni abbiamo assistito a un importante ammodernamento e ristrutturazione di numerosi plessi scolastici della città che pur essendo perfettamente idonei a rispondere alle esigenze formative della comunità scolastica, si ritrovano nel mirino del piano di dismissione e delocalizzazione nel “campus” dell’ex ospedale di via Vittorio Veneto: uno spreco di denaro pubblico e di energie organizzative senza precedenti nella storia di Gorizia». La scelta del “luogo”, continua Fasiolo, «collocato in area sanitaria e transfrontaliera, adiacente all’ospedale di Šempeter- Nova Gorica, potrebbe approdare a soluzioni innovative e alternative, funzionali alla salute e alla ricerca in tema di sanità, alla formazione in tema di nuove professioni sanitarie legate alla telemedicina».

L’amministrazione comunale cittadina, afferma ancora la consigliera regionale, «dal canto suo volge lo sguardo altrove dichiarandosi estranea per competenza sulla questione, forse troppo impegnata a gestire i mal di pancia del piano asfaltature con Go!2025 alle porte. Pare già dimenticata la passerella del sindaco Ziberna in pompa magna al cospetto dell’assessore regionale Amirante a giugno 2023 in cui plaudeva all’intervento “atteso da vent’anni” come “il migliore investimento per la cultura e la formazione”. Oggi assistiamo a uno scenario ben lontano da quel “luogo di incontro, inclusivo e democratico” di cui si parla nel progetto Campus di via Vittorio Veneto».

E ancora, aggiunge, «gli istituti scolastici sono oggi i grandi inascoltati da parte del pilatesco palazzo comunale e dal manovratore regionale e le sacrosante rivendicazioni e critiche su ciò che sta accadendo rischiano di non essere nemmeno prese in considerazione. Saranno chiamati poi gli stessi dirigenti scolastici a togliere le castagne dal fuoco per gli aspetti organizzativi e gestionali di una opera complessa e titanica. A farne le spese sono sempre gli ultimi, quelli che quotidianamente si prodigano per garantire servizi di qualità per puro senso di responsabilità e spirito di servizio. Non è accettabile tutto questo e non può passare sotto silenzio».

Perché si è arrivati agli accorpamenti? «La legge finanziaria del 2023 (la 197 del 29/12/2022) al comma 557 – ricorda Fasiolo – ha innalzato da 600 a 900 il numero minimo di studenti per riconoscere l’autonomia scolastica regionale. Sono, tuttavia, previste delle deroghe: scuole situate in zone montane o nelle piccole isole o caratterizzate da specificità linguistiche. Quest’ultimo aspetto calza a pennello per Gorizia. Dunque, perché non avanzare richiesta di deroga anziché sconvolgere l’organizzazione scolastica del capoluogo isontino? Ci sono amministratori nella maggioranza che amministra Gorizia che intendano opporsi a questa decisione o sono tutti passivamente allineati alle decisioni del manovratore triestino?»

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale e l’opposizione in Consiglio comunale, conclude «sono a fianco delle famiglie e degli istituti scolastici nella protesta per questa scelta verticistica e non concertata con il mondo della scuola ed è contrario a manovre di delocalizzazione a Gorizia che sono, in primis, antieconomiche per investimenti già fatti negli anni scorsi e irrispettose per il lavoro degli operatori scolastici».

Ne parlano

Redazione

Ne parlano

Redazione
Redazione

Articoli correlati…