Sanità: Conficoni (Pd), anche su potenziamento ospedali Fedriga volta le spalle a Pn

Appelli, proposte e manifestazioni, tutto inutile: la Giunta Fedriga continua a rimanere sorda e cieca di fronte alle legittime richieste della sanità del territorio pordenonese

13.10.20 «Appelli, proposte e manifestazioni, tutto inutile: la Giunta Fedriga continua a rimanere sorda e cieca di fronte alle legittime richieste della sanità del territorio pordenonese e dei cittadini destinatari dei servizi sanitari. Anche in occasione del riparto dei fondi statali del decreto rilancio, 25 milioni per l'adeguamento della rete ospedaliera a fronte dell'emergenza coronavirus, il Friuli Occidentale ne esce penalizzato. Ancora una volta il centrodestra volta le spalle a Pordenone». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni, componente della commissione Salute, commentando il piano di adeguamento della rete ospedaliera sul quale ha presentato un'interrogazione alla Giunta regionale denunciando «una penalizzazione del pordenonese».
«Le problematiche del sistema sanitario nella Destra Tagliamento sono evidenti e sollevate su diversi fronti. Da quello del personale, che ha già manifestato un paio di mesi fa per le ristrettezze in cui opera, a quello dell'utenza: si pensi alla denuncia fatta ultimamente dal “Comitato Amici Abele Casetta”, da sempre impegnato a monitorare l’importante tema della sanità, preoccupato per la situazione delle terapie intensive sottofinanziate, ma pure per i servizi sanitari territoriali e dei relativi infermieri di comunità». A seguito del decreto rilancio, ricorda Conficoni, «nonostante la popolazione del Friuli Occidentale rappresenti il 26 per cento di quella del Fvg, la giunta Fedriga ha destinato solo il 18 per cento a Pordenone. Inoltre, i numeri previsti dalla Giunta regionale nel piano di potenziamento della rete ospedaliera per Pordenone, sono pietosi e deprimenti: il 13 per cento di posti letto in terapia intensiva, il 21 per la semi-intensiva, solo il 23 per cento di risorse per il potenziamento dei pronto soccorso. La disparità di trattamento rispetto agli altri territori non è solo evidente, ma confermata in ogni occasione e si traduce in disagi per gli utenti che scontano in negativo la chiusura dell’Rsa di Sacile e la mancanza di una struttura adeguata ad accogliere le persone infette bisognose di assistenza».