Riforma Uti: Martines, esercitiamo la Specialità che i sindaci ricorrenti stanno boicottando

Pietra tombale o meno, anche in assenza della modifica in discussione, la nostra scelta è comunque quella di procedere nel percorso intrapreso, ovviamente tenendo conto di quanto sta succedendo

TRIESTE (28.01.16). «Il principio che viene evidenziato nella modifica dello Statuto in discussione al Parlamento è un'affermazione della responsabilità che ci siamo assunti nel definire il nuovo assetto degli Enti locali. Nel momento in cui ci siamo presi la responsabilità di comportarci da legislatori di una Regione a statuto speciale, abbiamo esercitato la nostra autonomia rendendo obbligatoria l'integrazione dei Comuni e in particolare la geografia delle Uti. Quindi è ovvio che in quel testo venga ulteriormente chiarito un aspetto della nostra potestà. Tanto ovvio che è stato votato da tutti i consiglieri regionali». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Vincenzo Martines, presidente della V Commissione, commentando il parere del costituzionalista Sergio Bartole.
«Pietra tombale o meno, anche in assenza della modifica in discussione, la nostra scelta è comunque quella di procedere nel percorso intrapreso, ovviamente tenendo conto di quanto sta succedendo» continua Martines. «Ora abbiamo di fronte una situazione che vede da una parte i ricorrenti e dall'altra coloro che hanno voglia che le Uti comincino a operare. Quindi non ci fermiamo e, allo stesso tempo, cerchiamo soluzioni». Infine conclude l'esponente dem, «bisogna rilevare che questa situazione l'hanno creata coloro che hanno ritenuto di fare ricorso contro l'esercizio della Specialità, cosa che nella mia memoria di amministratore non è mai successo. Mai abbiamo assistito a dei sindaci che si pongono di fatto contro l'Autonomia, considerato anche il clima generale nel Paese, che non vede di buon occhio le Regioni Speciali».