MOZIONE N. 119

FIRMATARI: CREMASCHI, TRAVANUT, BAGATIN, DA GIAU, ZECCHINON, LIVA, CODEGA, BOEM, MORETTI, AGNOLA, MARTINES, MARSILIO, PICCIN, PUSTETTO, LAURI, ROTELLI, COLAUTTI, NOVELLI

OGGETTO: RIORGANIZZAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DELLE RISORSE DEI CONSULTORI FAMILIARI 

Il Consiglio regionale,
PREMESSO CHE a seguito della legge 29 luglio 1975, n. 405 (Istituzione dei consultori familiari), numerose leggi nazionali hanno sostenuto la necessità di servizi territoriali distrettuali multidisciplinari orientati al sostegno e tutela delle donne, delle famiglie, dell’infanzia e dell’adolescenza, delle persone in situazione di fragilità o oggetto di violenza, delle coppie, della genitorialità responsabile, della promozione dell’adozione e dell’affidamento familiare; 
CONSIDERATO CHE le Leggi regionali 22 luglio 1978, n. 81 (Istituzione dei consultori familiari) e 23 aprile 1979, n. 18 (Modifiche ed integrazioni della legge regionale 22 luglio 1978, n. 81, sull' istituzione dei consultori familiari), la Delibera di Giunta n. 3412 del 14 luglio 1995 “Indirizzi per il completamento e la stabilizzazione dei consultori familiari”, la Delibera di Giunta n. 3235 del 29 novembre 2004 “Progetto obiettivo materno-infantile e dell’età evolutiva” e la Legge regionale 7 luglio 2006, n. 11 “Interventi a sostegno della famiglia e della genitorialità” definiscono per i consultori familiari anche compiti specifici relativi a:
– collaborazione con le strutture ospedaliere per problemi di infertilità, assistenza sanitaria, psicologica e sociale per situazioni di rischio sanitario per nascituro e nato;
– informazioni su problematiche di sterilità ed infertilità;
– consulenza ed assistenza psicologica  e sociale in percorsi di mediazione familiare;
– prestazioni sanitarie, psicologiche, riabilitative post-traumatiche per problematiche di violenza sessuale, per trascuratezza e maltrattamento sui minori;
CONSIDERATO CHE la Legge regionale 16 ottobre 2014, n. 17 “Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e norme in materia di programmazione sanitaria e sociosanitaria” definisce la priorità della risposta ai bisogni della persona, sposta le risorse dal sistema ospedaliero al sistema territoriale dell’assistenza e della cura, e in particolare all’articolo 19 comma 14 recita: 
<<In ogni distretto sono assicurate almeno le seguenti funzioni organizzate con riferimento alle seguenti aree:
d) assistenza materno-infantile tramite l'area distrettuale materno-infantile e del consultorio familiare relativamente all'assistenza ostetrico-ginecologica, all'assistenza pediatrica, all'assistenza psicosociale ed educativa, alla tutela e al sostegno psicologico e sociale alle famiglie e alle persone nelle diverse fasi del ciclo di vita, agli interventi sociosanitari integrati;>>
RICORDANDO CHE il ruolo prioritario del consultorio familiare, attuato in modo integrato da una equipe multidisciplinare, è relativo ai compiti di tutela ed assistenza durante il ciclo di vita delle persone, che comprende l’educazione alla genitorialità, alla gravidanza, alla preparazione al parto, al sostegno alla relazione tra genitori e figli, alla informazione, formazione, educazione sessuale e all’affettività e alla procreazione responsabile, al sostegno alle famiglie, al sostegno all’adozione e all’affido familiare;
RITENUTO CHE il consultorio familiare rivesta un ruolo importante come primo punto di accesso diretto anche per ragazzi e giovani sui temi relativi all’orientamento e alla identità di genere, e che sia il luogo deputato all’accompagnamento in eventuali percorsi sanitari specialistici relativi alle situazioni di transessualità;
CONSIDERATO CHE il consultorio è il servizio prioritariamente dedicato, in stretta collaborazione con i servizi sociali degli ambiti dei comuni, ai compiti di tutela ed assistenza in caso di difficoltà e multiproblematicità sul piano sociale, relazionale, educativo delle persone e delle coppie e delle famiglie e che è inoltre il luogo di primo accesso diretto nei casi di violenza sui minori, sulle donne e sulle persone in situazioni di fragilità, nei casi che necessitano di mediazione familiare, nelle situazioni di allontanamento dei minori su richiesta dell’autorità giudiziaria;
CONSIDERATO CHE il consultorio è il primo punto della rete per le patologie connesse con infertilità della coppia, per l’endometriosi, per gli screening dei tumori a carico degli organi genitali femminili, per le segnalazioni di violenze subite dalle donne, di mutilazioni genitali femminili, per le malattie sessualmente trasmesse, e per altre malattie e temi di salute correlate al genere;
RITENUTO CHE la riduzione dei punti nascita, correlata alla necessità di garantire di “nascere in sicurezza”, debba prevedere un aumento della assistenza territoriale da parte di ostetriche e ginecologi che danno continuità assistenziale durante tutto il percorso di vita, dall'informazione per una procreazione responsabile, al sostegno durante la gravidanza, ai corsi di preparazione al parto e ai corsi per i genitori nel primo anno di vita del bambino;
PRESO ATTO CHE il personale necessario per le attività dei consultori familiari comprende in base alle norme nazionali le figure della ostetrica, dell’assistente sanitaria o infermiera pediatrica, dell’assistente sociale, della psicologa/o, (educatore, counselor e mediatore familiare) ogni 20 mila abitanti, e che all’interno del Consultorio deve essere presente una/un ginecologo, una/un consulente legale (avvocato/a).
VISTO INFINE CHE alcune Aziende per l’Assistenza Sanitaria della Regione FVG, stante la carenza di operatori in servizio, hanno attualmente ridotto le prestazioni del Consultorio alle sole donne di età inferiore ai 50 anni.

Tutto ciò premesso, IMPEGNA LA GIUNTA

a disciplinare l'istituzione dei consultori familiari nel proprio territorio, a definire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sociosanitaria rivolti in particolare alle donne, ai minori, alle coppie ed alle famiglie, nonché in generale alle persone con particolare attenzione per gli aspetti relativi al genere in tutte le età della vita, a determinare le Linee Guida per il Servizio di Consultorio Familiare, e a definire ed approvare i criteri relativi all'autorizzazione all'esercizio e all'accreditamento istituzionale dei consultori familiari, che devono concorrere al miglioramento della qualità dei servizi, garantendo ai cittadini adeguati livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni erogate.

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